mercoledì, settembre 03, 2008

Esperienza del vuoto e mancanza di stimoli

Situazione di crisi profonda



E’ una sensazione sempre più diffusa fra persone consapevoli di un cambiamento di energia e persone che vivono alla giornata senza tante aspirazioni e desideri di conoscersi e trasformarsi per migliorare avvertire il vuoto, l’abisso oscuro, il pozzo senza appigli validi in cui ci si sente come risucchiati; è un sentimento doloroso di sofferenza, di morte interiore, sembra che tutto sia finito.

Al senso di vuoto si unisce la conseguente mancanza di stimoli, di interessi, di motivazioni e scopi vitali tali da spingere ad agire, a vivere per qualcosa di gratificante: predomina il disagio e l’inquietudine profonda.

Scatta, quindi, la necessità vitale di cercare intorno nel proprio ambiente e nei propri rapporti delle sicurezze, degli appoggi validi che stabiliscano connessioni e legami con qualcuno o qualcosa, ma se non si hanno valori, idee e motivazioni personali capaci di suscitare speranza e aspettative e la determinazione di reagire, si cade spesso in una crisi di depressione, di demoralizzazione e abbattimento che spingono a ricercare soluzioni facili: droga, alcol, sesso, evasioni ecc…

Ecco perché anche fra i nostri cari e amici si vedono persone stanche e demotivate, sempre nervose e negative, decisamente prive di quel calore umano che crea legami validi e gratificanti; nei loro discorsi, inoltre, fanno capire che manca qualcosa, che sono scontente di come vanno le cose in ogni aspetto umano: sentimentale, economico e sociale, nei rapporti interpersonali e soprattutto con se stesse. Nulla più le soddisfa, tutte le certezze personali morali, religiose, scientifiche e culturali sembrano essere illusioni appartenenti ad un mondo vecchio che cambia rapidamente, che non dà sicurezze, se non le suscitiamo in noi stessi con le nostre forze.

Questo è il quadro della situazione di crisi in cui vive la maggior parte della gente nella nostra società, che non ha consapevolezza dei cambiamenti in atto sia nel mondo che ci circonda che soprattutto in noi stessi, cambiamenti che ogni tanto occorre fare per adeguarci alle richieste dei tempi in continua e incessante trasformazione.

Quindi, non ci meraviglieremo più di tanto quando vediamo e ascoltiamo gente arrabbiata esprimere giudizi stroncanti su chiunque capiti, odio e rancore sul diverso, mancanza di rispetto e insolenza nei loro discorsi e spesso la intenzione prepotente di voler cambiare il mondo a loro piacimento per far scomparire le persone o le situazioni che creano loro fastidio, adducendo la scusa che tutto è ingiusto.

Anche nei rapporti sentimentali e interpersonali, trionfano l’egoismo, la volontà di manipolare l’altro e il desiderio che può diventare mania, di essere amati, come se ciò fosse dovuto, senza però fare un minimo sforzo di partecipazione e sviluppare l’impulso a cambiare e a sperimentare il nuovo per sfuggire il vecchio senza tentare di modificarlo; trionfano l’insoddisfazione e la chiusura al piacere, alla gioia condivisa di vivere ed amare e soprattutto il calcolo arido e feroce che soffoca ogni slancio di umanità.

Il senso della tragicità della crisi diventa palese, quando si parla con tali persone sugli scopi della vita, sulle motivazioni dell’agire umano perché il centro dell’interesse comune è diventata la realtà concreta la cui legge-guida è il guadagno, il vantaggio personale, il successo e il benessere, il godimento rapido e fuggevole, la noncuranza dell’altro e la superficialità specie nelle cose dello spirito.

Cosa si nasconde dietro questi aspetti così crudi? Particolarmente la sfiducia nelle forze morali e spirituali umane come l’amore, la fede, la conoscenza che trasforma l’individuo, la paura del domani, l’incapacità di affrontare il presente costruttivamente e il pessimismo più crudo e ingenuo sui risultati di qualsiasi sforzo di cambiamento. E’ la crisi, che io definirei, per la mancanza del divino.


Se non si potesse cambiare tale quadro negativo, si dovrebbe concludere che la vita che ci è data (che noi però abbiamo scelto) non servirebbe a nulla, ogni sforzo di trasformazione e miglioramento sarebbe vano e sarebbe più che giustificato il senso di vuoto e il pessimismo più crudo.

Ma fortunatamente la medicina esiste e la bacchetta magica per riempire di acqua fresca e vitale il pozzo senza fine esiste, costa nulla, per attuarla è sufficiente capire certi processi mentali, metterli in pratica e avere fiducia nelle forze di resurrezione presenti come potenzialità in ogni individuo.

C’è da fare una precisazione: la medicina vale per chi ha un minimo di volontà di conoscere, conoscersi e trasformarsi per migliorare; chi non ha tale fiducia, non è stimolato e quindi cade nella crisi di cui abbiamo parlato diventando vittima di se stesso.

Per capire in che cosa consiste la medicina per superare il disagio interiore e l’inquietudine che creano sofferenza, è opportuno partire da un principio della fisica quantica molto importante: l’essere umano è una fonte continua di energia fisica e psicomentale sempre attiva, è come un’antenna radio rice-trasmittente che funziona di continuo consciamente e inconsciamente, quindi trasmette emozioni, sentimenti e pensieri propri e riceve dal cosmo, oltre i propri anche quelli emessi dagli altri, è questa la informazione innovativa suscettibile di enormi sviluppi.

Cosa significa ciò?

Che ogni persona è collegata inconsapevolmente, non solo alle altre ma anche a tutto ciò che la circonda, specie energeticamente, ad esempio: quando sono sofferente, dispiaciuto e demotivato, negativo e provo paura o disagio e inquietudine, anche se non ne parlo con gli altri e cerco di nascondere il mio stato d’animo, in realtà io comunico il mio disagio al cosmo e da qui mi ritorna rafforzato da tutte le essenze simili presenti in esso (legge di attrazione); e quando invece sono felice, soddisfatto e contento, gioioso e positivo, si svolge lo stesso processo: le mie energie positive sono attratte tutte da quelle simili presenti nel cosmo della stessa vibrazione.

Questa semplice legge riconosciuta dalla fisica quantica è la chiave che apre infiniti orizzonti di realizzazione nel nostro presente e futuro; infatti, partendo da essa possiamo gestire con consapevolezza, se lo vogliamo, e modificare il nostro presente e creare il nostro futuro.

Come?

Innanzitutto occorre conoscere la funzione unica e specifica del pensare per usarla poi per il nostro scopo: tale attività determina coscientemente il nostro presente e futuro. Tu sei ciò che pensi è la massima di saggezza che viene comunicata all’inizio di ogni cammino di realizzazione spirituale e vuol significare che quando pensiamo, noi creiamo, siamo cioè coinvolti in un processo creativo: ciò che io penso in questo momento, in realtà è già in via di realizzazione creando il mio futuro.

Da questa legge scaturiscono diverse conseguenze: a) se penso continuamente e con forza un’idea, un desiderio, una situazione visualizzandola nella mia mente, presto si realizzerà sicuramente, è solo questione di tempo (basta provare e sperimentare), perché si mettono in moto tutte le energie affini nel cosmo;

b) se penso di essere povero, infelice, sfortunato, incapace, malato………bene! Sono effettivamente povero, infelice, sfortunato, incapace e malato…..;

c) se penso di essere sano, forte, fortunato, geniale, potente, superiore……sono effettivamente sano, forte, fortunato ecc…. per la stessa ragione (vedi la citazione del dr. Fred Alan Wolf, fisico quantistico a pag 20-21 del the Secret).

Ora, prima di procedere oltre, occorre chiarire un aspetto molto importante dell’attività psicomentale umana: la differenza fra il pensiero cosciente e quell’insieme indistinto di sensazioni ed emozioni, sentimenti, pulsioni e istinti, immagini…. , che formano i nostri stati d’animo e condizionano i nostri comportamenti, che impropriamente chiamiamo pensieri ma non lo sono.

Infatti, perché la nostra attività mentale possa definirsi pensiero, deve svolgersi su un contenuto concettuale di base come, ad esempio, la libertà, la morte, il senso della vita, l’amore, il divino, la legge del karma o destino, la legge di gravità, il modo di fare il denaro, di realizzare le proprie aspirazioni ecc… e comporta consapevolezza e volontà in quanto nascono idee che vogliono essere realizzate e quindi spingono ad una trasformazione: è questo lo strumento che può riempire il vuoto, che fa risalire dall’abisso in quanto accende la luce della coscienza; invece, quando si è coinvolti in sentimenti e sensazioni indistinte, emozioni e pulsioni, immagini mentali che si susseguono rapidamente, si è come trascinati e invischiati in una forte energia incandescente e melmosa che avvolge e oscura lo spirito, la coscienza: è questo il terreno su cui la persona consapevole deve lavorare portando la luce del suo pensiero, della sua coscienza per disciogliere le sue paure, le insicurezze, i fantasmi del vivere quotidiano che sono alla base del senso di morte, di fine tragica di tutto, di fallimento o illusione sul significato della vita.

Allora, quando decidiamo di pensare sostenendo i nostri pensieri con sentimenti, emozioni e immagini, noi in realtà emettiamo energie=onde magnetiche che viaggiano nel cosmo e ritornano rafforzate all’antenna rice-trasmittente che le ha emesse, cioè a noi stessi.

Questo è il motivo primo che stimola chiunque a prendere l’iniziativa di iniziare un cammino insieme, con amici, conoscenti, parenti e compagni sentimentali: educarsi insieme nel pensare positivo sul vero significato della vita che diventerà sempre più chiaro man mano che si scopriranno e capiranno i punti essenziali della crescita e maturazione spirituale entrando in se stessi.

Sarà un lavoro ed un cammino molto interessante perché ci accorgeremo sempre più di essere diversi per carattere, formazione culturale, per scelte ed obiettivi ma tutti uniti verso un unico scopo: sviluppare la consapevolezza del sapere e operare una sana e lenta trasformazione del modo di giudicare, valutare e porsi di fronte alla esistenza, alla realtà per affrontare con entusiasmo e gioia specialmente le prove e le sfide, le difficoltà e le bufere e anche tutti gli aspetti positivi della vita.

A tale proposito, per rafforzarci sempre più, per uscire dal senso del vuoto e per affermare il senso positivo dell’esistenza, ci si può aiutare recitando autoaffermazioni di questo tipo: io sto bene, mi sento bene, tutto è a mio favore, non ho nulla da invidiare al prossimo, sono grato alla vita . Giustamente si può obiettare che quando non ci sono problemi o tensioni o dolori fisici particolarmente forti, si può fare, ma quando si vive in pieno una crisi o una sofferenza fisica debilitante è molto più difficile.

Io e i miei amici abbiamo messo a punto una tecnica: quando tutto crolla intorno a noi e dentro di noi, ci sforziamo di assistere (consapevoli se è possibile) a tutto il processo, che si basa su un susseguirsi rapido di sensazioni ed emozioni ed immagini negative che presentano un quadro talvolta tragico di una situazione (che poi non è tale, spesso) e ogni tanto pensiamo, nei momenti di pausa del dolore: però io sono sempre forte, domino bene, sicuramente passata la bufera, tornerà il sereno, io sono positivo, resisto bene .. frasi molto positive, questo è il succo. Così si rafforza la positività, dovrebbe diventare un esercizio continuo per ottenere effetti sicuri e duraturi.

C’è però anche un altro modo per riempire il vuoto e per dare un senso alla propria vita, un modo più semplice che fa appello più al sentimento e al senso di partecipazione: ristabilire contatti con amici e conoscenti che magari si sono trascurati per tante ragioni e con nuove persone, interessandosi ai loro problemi, alle loro sofferenze e esperienze, qualcuno potrebbe sorridere e commentare: diventeremo le dame di S.Vincenzo!!

Prima di criticare e bloccare tale iniziativa con aria di sufficienza, occorrerebbe provarla, sono sicuro che il giudizio negativo rientrerebbe come è successo a me diverse volte. Infatti, comunicando con l’altro, si trova come un saldo punto di riferimento cui aggrapparsi per uscire dal vuoto. E’una bellissima esperienza di compartecipazione e amore!!