CAPITOLO 1
COSA E’ IL KARMA
Conoscere il meccanismo del destino o karma, è la chiave di volta della nostra vita perché facendoci capire il suo funzionamento ci dà la possibilità di modificarlo secondo le nostre intenzioni, se noi vogliamo.
Il problema del destino umano è uno dei più assillanti e importanti da capire e da risolvere insieme con quello della vera libertà; si presenta con infiniti interrogativi specie nelle circostanze difficili e dure: nelle morti improvvise, nelle malattie, nelle esperienze di fallimento di rapporti umani, nell’incapacità di raggiungere e realizzare ciò che più si desidera e per cui si combatte con tutte le forze.
Infatti, nei momenti in cui guardiamo in faccia la realtà, avvertiamo una sensazione più o meno inconscia, ma reale, di impotenza di fronte ad un meccanismo che ci sovrasta, ci opprime e ci costringe a fare certe azioni, a seguire certi impulsi per quanto ci sforziamo di non volerlo fare; e soprattutto non ci permette di modificare eventi e rapporti secondo la nostra volontà e i nostri desideri e interessi morali e materiali.
E’ una esperienza quotidiana, che se non illuminata dalla conoscenza delle leggi che governano il mondo, crea sgomento e angoscia, paura, ribellione e impotenza che però ci stimolano a riflettere sull’enigma, sul mistero del destino umano.
Nascono quindi, tre tipi di domande su tale problema:
1) il destino è governato da una forza misteriosa, di cui sfugge il senso umano, forse una divinità capricciosa che distribuisce a suo piacimento il bene e il male?;
2) è regolato dal caso per cui è impossibile conoscere la sua legge? (Ciò crea ribellione, e stizza, perché almeno gli scienziati sono riusciti a capire che i fenomeni naturali sono regolati da precise leggi conoscibili);
3) oppure esso è la conseguenza di azioni compiute dall’uomo stesso secondo la legge di causa ed effetto, implicando quindi la sua precisa responsabilità?
Noi rispondiamo senza alcuna esitazione alla terza domanda con un convinto sì, perché ci permette di penetrare nel mistero più profondo studiato, chiarito e risolto dagli iniziati di tutte le scuole antiche e moderne.
La Legge del karma
La legge che regola le conseguenze, gli effetti delle azioni compiute dall’uomo, secondo la legge di causa ed effetto, si chiama KARMA. Esso significa: azione e quindi fare, causare e commettere; implica una causa a cui sono legati certi effetti.
Noi rispondiamo senza alcuna esitazione alla terza domanda con un convinto sì, perché ci permette di penetrare nel mistero più profondo studiato, chiarito e risolto dagli iniziati di tutte le scuole antiche e moderne.
La Legge del karma
La legge che regola le conseguenze, gli effetti delle azioni compiute dall’uomo, secondo la legge di causa ed effetto, si chiama KARMA. Esso significa: azione e quindi fare, causare e commettere; implica una causa a cui sono legati certi effetti.
Viene anche definita Legge della Giusta Distribuzione, nel senso che riporta a chi ha emesso delle cause, le giuste conseguenze attraverso le vite.
Nei testi sacri di varie religioni, per esempio nella Bibbia, si fa sempre riferimento ad essa con un esempio: "ciò che il contadino semina, anche raccoglie".
Nei testi sacri di varie religioni, per esempio nella Bibbia, si fa sempre riferimento ad essa con un esempio: "ciò che il contadino semina, anche raccoglie".
La legge di causalità che spiega tutti i fenomeni della natura, è applicabile anche alla vita psichica umana, ne regola tutte le manifestazioni e gli aspetti. Se la divinità stessa, eterna e assoluta potesse autodefinirsi, direbbe: “Io sono la legge del Karma che regola tutti i mondi visibili e invisibili”.
Tale legge è la sola che può spiegare il meccanismo complesso del destino umano e chi per mezzo dello studio e dell’esperienza riesce a capirla e a viverla, compie un passo importantissimo sulla via della liberazione interiore, perché agirà con perfetta consapevolezza che gli eventi, le situazioni e i rapporti attuali sono gli effetti delle sue azioni compiute anche in altre esistenze: saprà quali effetti nel futuro corrisponderanno ai suoi pensieri e alle sue azioni. Non si lascerà più afferrare dallo sgomento e dall’angoscia, ma sentirà di avere nelle sue mani lo strumento per modellare il proprio destino presente e futuro secondo un programma consapevole.
Formazione del karma
Ora cerchiamo di capire, con alcuni esempi, come si forma; è importante, perciò, analizzare con attenzione tutti gli aspetti di azioni ripetute meccanicamente o coscientemente.
Osserviamo e riflettiamo sull’esempio di un boscaiolo mentre svolge il suo lavoro: esso crea due tipi di effetti, gli uni ben visibili sul piano materiale: cataste di legna e trasformazione del paesaggio naturale (dove c’era un bosco, ora c’è una radura), gli altri e sono quelli che generalmente sfuggono ad una osservazione attenta, rimbalzano sulla persona fisicamente e psichicamente. Infatti, il continuo sforzo ed esercizio gli formano col tempo una muscolatura particolare e psichicamente una abilità, una capacità ed attitudine a fare quel lavoro sempre meglio: i suoi pensieri, sentimenti e la sua volontà sono orientati verso tale attività e con la ripetizione si scavano come un sentiero mentale lungo il quale scorrono le sue energie mentali che guidano le sue azioni.
Tali effetti psichici e fisici che rimbalzano su chi agisce, già sono gli elementi costitutivi del Karma.
Se esaminiamo tutti gli effetti delle infinite azioni e pensieri, sentimenti ed emozioni che un uomo produce anche inconsciamente e vive nella sua esistenza, abbiamo un’idea concreta del Karma individuale.
Le abilità acquisite e la predisposizione a fare certi lavori divengono caratteristiche ben precise di quell’individuo che non lo abbandoneranno più, perché fanno parte del suo bagaglio psichico, del suo DNA spirituale che lo seguirà sempre attraverso le vite, come gli effetti del suo agire sul piano materiale, come un cagnolino fedele segue il suo padrone.
Tale legge è la sola che può spiegare il meccanismo complesso del destino umano e chi per mezzo dello studio e dell’esperienza riesce a capirla e a viverla, compie un passo importantissimo sulla via della liberazione interiore, perché agirà con perfetta consapevolezza che gli eventi, le situazioni e i rapporti attuali sono gli effetti delle sue azioni compiute anche in altre esistenze: saprà quali effetti nel futuro corrisponderanno ai suoi pensieri e alle sue azioni. Non si lascerà più afferrare dallo sgomento e dall’angoscia, ma sentirà di avere nelle sue mani lo strumento per modellare il proprio destino presente e futuro secondo un programma consapevole.
Formazione del karma
Ora cerchiamo di capire, con alcuni esempi, come si forma; è importante, perciò, analizzare con attenzione tutti gli aspetti di azioni ripetute meccanicamente o coscientemente.
Osserviamo e riflettiamo sull’esempio di un boscaiolo mentre svolge il suo lavoro: esso crea due tipi di effetti, gli uni ben visibili sul piano materiale: cataste di legna e trasformazione del paesaggio naturale (dove c’era un bosco, ora c’è una radura), gli altri e sono quelli che generalmente sfuggono ad una osservazione attenta, rimbalzano sulla persona fisicamente e psichicamente. Infatti, il continuo sforzo ed esercizio gli formano col tempo una muscolatura particolare e psichicamente una abilità, una capacità ed attitudine a fare quel lavoro sempre meglio: i suoi pensieri, sentimenti e la sua volontà sono orientati verso tale attività e con la ripetizione si scavano come un sentiero mentale lungo il quale scorrono le sue energie mentali che guidano le sue azioni.
Tali effetti psichici e fisici che rimbalzano su chi agisce, già sono gli elementi costitutivi del Karma.
Se esaminiamo tutti gli effetti delle infinite azioni e pensieri, sentimenti ed emozioni che un uomo produce anche inconsciamente e vive nella sua esistenza, abbiamo un’idea concreta del Karma individuale.
Le abilità acquisite e la predisposizione a fare certi lavori divengono caratteristiche ben precise di quell’individuo che non lo abbandoneranno più, perché fanno parte del suo bagaglio psichico, del suo DNA spirituale che lo seguirà sempre attraverso le vite, come gli effetti del suo agire sul piano materiale, come un cagnolino fedele segue il suo padrone.
Analizziamo ancora l’esempio di una persona che si lasci affascinare ed attrarre dalla bellezza dei suoni della natura, perciò si avvicina alla musica che li esprime con armonia, inizia a studiarla esercitandosi con uno strumento e, se lavora con impegno, lo userà con abilità e con risultati piacevoli: produrrà un suono armonico che si può ascoltare e gustare con i sensi fisici (effetto esteriore), dall’altra si creerà un’attitudine e una sensibilità a cogliere e a penetrare nell’armonia dei suoni (effetto interiore).
Anche un individuo che fa buone azioni verso il prossimo, creerà delle conseguenze concrete sul piano fisico, regalando vestiti, cibo e denaro a chi ne ha bisogno e mettendo a disposizione le sue risorse ed effetti sul piano psichico per sé, in quanto si formerà con la ripetizione nel tempo una precisa attitudine a fare del bene, che diventerà sua caratteristica personale, come una attitudine istintiva a sfruttare ogni occasione per fare del bene.
Da tali esempi si possono trarre alcune norme sul meccanismo della legge del karma: l’essere umano crea con il suo pensare ed agire due tipi di cause e riceve due tipi di effetti nella sua esistenza: alcuni sul piano materiale (karma esteriore) in rapporto alle azioni fatte; altri sul piano psichico (karma interiore) in relazione ai pensieri, sentimenti ed emozioni espressi e vissuti particolarmente in vite precedenti.
Se osserviamo bene, non abbiamo fatto altro che applicare alla vita fisica e psichica umana per spiegarne alcuni aspetti più profondi, la legge di causalità, che regola tutti i fenomeni naturali. Infatti, sarebbe impossibile spiegare qualsiasi fenomeno senza ricorrere ad una corrispondente causa; quindi, è impensabile che esistano per un essere umano degli elementi, come le caratteristiche psicofisiche e mentali ed avvengano eventi esteriori, che non siano effetti di cause ben precise, anche se ignote a noi per la nostra limitatezza.
Karma e reincarnazione.
E’ chiaro che la legge del karma è strettamente legata alla legge della reincarnazione attraverso la catena delle numerose vite terrene; se qualcuno per suoi motivi non crede in tale realtà, dovrà seguire un altro tipo di argomentazioni come quelle trattate nello strumento “Autorealizzazione, l’altra via”.
Secondo tali leggi, karma e reincarnazione, anche il santo, il delinquente, il genio e l’assassino, il benefattore o il malfattore non sono altro che il frutto, l’effetto di vite in cui ciascuno di essi ha seminato abbondantemente in una certa direzione, nel bene o nel male, in quanto nulla è parte del carattere di una persona che non sia stato precedentemente pensato, agito e vissuto consciamente o inconsciamente.
Esempi di formazione del karma
Ora vediamo come si formano le caratteristiche acquisite di un individuo: capacità, attitudini, qualità e tendenze, che costituiscono il suo bagaglio caratteriale e come si attirano gli eventi e le circostanze sul piano fisico.
Ricorriamo all’esempio di una persona desiderosa di acquisire la conoscenza in un preciso campo, per esempio quello scientifico naturalistico: essa comincia ad interessarsi, ad informarsi su certi argomenti e problemi specifici dei fenomeni della natura, si sforza di capire i concetti più profondi ed elevati con lo studio e con la frequenza di persone preparate e di ambienti in cui si parla di fenomeni naturali, di esperimenti, di calcoli e di aspetti della vita minerale, vegetale e animale; vuole fare qualcosa e desidera farsi una cultura in quel campo e perciò il suo interesse diventa continuo occupando e convogliando tutti i suoi pensieri ed energie mentali verso tale obiettivo.
Nella vita attuale allargherà gli orizzonti della sua cultura, godrà di questi nuovi interessi ma è molto importante capire cosa le succederà al ritorno nella vita successiva.
Questi desideri profondi e l’aspirazione continua ad acquisire la conoscenza scientifico naturalistica si trasformeranno, nel bagaglio delle sue qualità acquisite, in capacità di capire facilmente idee, concetti e linguaggio difficili per altri e incontrerà concretamente opportunità, occasioni per maturare, sviluppare ed esprimere tali facoltà; la volontà di fare si trasforma in capacità di attirare condizioni favorevoli ad agire in tale direzione; i pensieri ripetuti si trasformano in tendenze che lo spingono ad approfondire quel campo di indagine e di conoscenza.
Il fatto che molte persone manifestano precise capacità e tendenze e incontrano opportunità per agire, significa che esse hanno già operato in quel campo e sono pronte attraverso le occasioni che si presentano, a far tesoro delle loro esperienze, le trasformano in conoscenza acquisita e vissuta, ne raccolgono, magari con qualche difficoltà, i frutti come opportunità di lavoro, di riconoscimenti e, se è sviluppata la coscienza, come maturazione interiore.
Quando incontriamo persone di grande saggezza, capaci di trovare per ogni situazione di vita una spiegazione e di consigliare il modo migliore per affrontarla e per ogni problema la soluzione più consona; o individui di notevole competenza in un settore di vita, dobbiamo pensare che le capacità, che magari invidiamo loro, sono la elaborazione di numerose esperienze fatte in tal senso nelle vite precedenti. Se poi vediamo persone che hanno nel mondo fisico circostanze e situazioni favorevoli che consentono loro di raccogliere con una certa facilità meriti, riconoscimenti morali e materiali, come ricchezza, fama e notorietà, è segno che queste sono almeno di una vita ancora più esperte e mature in quel campo, perché raccolgono gli effetti di sacrifici, di lavoro costante, di esperienze dolorose vissute e di volontà tesa inflessibilmente verso quell’obiettivo.
Quindi, ogni qualità, capacità e conseguimento di risultati è frutto di lavoro, di esperienza anche dolorosa e può essere acquisita da chiunque, purché lo voglia e lavori con concretezza e volontà.
Allora, quando esprimiamo giudizi di valutazione su noi stessi e sugli altri o quando ci lamentiamo del nostro magro bagaglio di qualità, ignoriamo la legge del karma che restituisce vita per vita quanto uno si è conquistato.
Omissioni e limitazioni
Come esistono principi attivi che permettono di operare costruttivamente, esiste anche un aspetto mai considerato in tutta la sua grande importanza e spesso trascurato: le opportunità di fare qualcosa e le facoltà non soddisfatte o non coltivate si trasformeranno nelle vite successive in limitazioni anche fisiche delle proprie capacità. Non coltivare interessi e le facoltà corrispondenti, scartare certe opportunità e certe circostanze favorevoli, equivale a far appassire dei rami della pianta-uomo; tutto quello che un uomo sente, lo deve coltivare, magari a livello mentale, non lo deve far disseccare (è chiaro che ci riferiamo a facoltà e interessi che non ledano i diritti e il rispetto degli altri).
Attività pensante creatrice del destino umano.
Da tale serie di principi elencati si può dedurre che l’essere umano è una autocreazione responsabile di tutto quello che è ed ha nelle sue mani uno strumento poderoso di cui non conosce, se non in minima parte, il potere: l’attività pensante che attraverso le immagini mentali forma e plasma l’essere umano al presente e in divenire.
Tu sei ciò che pensi: questa è una massima presente in tutte le iniziazioni, perché è l’espressione di una realtà profonda ed eterna.
Ciò significa che l’uomo con la sua attività mentale può elaborare la sua evoluzione lungo una serie di obiettivi programmati (s’intende che non possiamo limitarci ad una sola vita). Può, se vuole, diventare artista, per esempio, e per questo deve seguire i principi precedentemente illustrati: prima comincia a pensare al tipo di arte che gli piace, immagina di comporre o di eseguire opere con il relativo linguaggio artistico, lo desidera con grande entusiasmo, interesse e convinzione, e si sforza di praticarla spinto dalla volontà di fare; più questa è forte e tenace e più rapidi e sicuri saranno i risultati.
Cosa avviene ad una persona, che abbia programmato e operato in tale modo, alla successiva incarnazione?
Tutti i desideri, le aspirazioni, i pensieri ripetuti e la volontà di fare si saranno maturati nella sua interiorità nel periodo tra la morte e l’incarnazione seguente e trasformati in capacità, tendenze e possibilità di azioni; la legge del karma lo spingerà ad incarnarsi in una famiglia i cui genitori hanno già sviluppate le facoltà richieste per quell’arte desiderata, ad esempio per la musica o per la pittura o per la poesia e lo doterà di una adeguata struttura psicofisicomentale adatta ad esprimere quel tipo di arte coltivata nella vita precedente.
Tale esempio può essere esteso all’acquisizione di tutte le facoltà fisicomentali che un uomo possa desiderare di possedere.
Chi ha costanza e volontà di fare può veramente realizzare le facoltà, le attitudini e le capacità che desidera. Non è questa teoria fantascientifica, ma una via di realizzazione basata sui principi della legge di causalità.
Noi attualmente siamo ciò che abbiamo pensato, sentito e voluto attraverso le vite; se vogliamo trasformarci dobbiamo iniziare un lavoro cosciente, intenso e continuo secondo gli obiettivi che ci prefiggiamo, altrimenti soggiaceremo all’influenza delle forze dell’ostacolo non riuscendo mai a diventare esseri consapevoli e autonomi, coscienti e padroni del nostro destino.
Si intende naturalmente che occorre darsi da fare, lavorare e seminare cioè creare interessi e spinte in diverse direzioni, verso l’arte e la scienza, la tecnica e tante altre attività, ma soprattutto sviluppare l’autoconsapevolezza che permette di individuare le linee direttive del nostro karma.
Anche se gli interessi e gli impulsi sono un po’ caotici all’inizio, non fa niente, l’importante è muoversi e acquisire coscienza che si sta elaborando e plasmando il proprio destino con la stessa fiducia ed entusiasmo che ha il contadino, quando lavora il suo campo per ricavarne un buon raccolto.
Quel sentimento d’impotenza, di sgomento e ribellione di fronte alle esperienze più dure della vita, alle circostanze che non si possono cambiare, scompare perché la legge del karma, per quanto dura e inflessibile, se si è capito il suo meccanismo, permette di arrivare dove si vuole, cioè di progettare un risultato e di predirne il futuro con la stessa certezza di un esperimento scientifico.
La legge del destino non distrugge la libertà individuale, ma se impugnata attivamente la favorisce e la stimola aiutando l’uomo a creare con lo stesso entusiasmo creativo il suo futuro.
CONTATTI con l'AUTORE:
Mario Ramponi
COLLABORAZIONE TECNICA:
Maria Augusta Pannunzi