Chi può definirsi padrone della propria vita?
La vita quotidiana, da un po’ di tempo ai nostri giorni, scorre molto veloce richiedendo continua trasformazione e cambiamento; infatti, in ogni campo del nostro vivere personale interiore ed esteriore assistiamo ad un sempre più forte intensificarsi di esperienze a tutti i livelli, in cui sentimenti, pensieri e volontà sono come disuniti, allentati e non più efficaci a difenderci da possibili disturbi nella sfera psichica; necessita quindi una notevole capacità di autodifesa iniziando un ragionevole mutamento nel rapporto con se stessi; cosa significa ciò? Osservarsi, analizzarsi in tutte le reazioni possibili agli eventi con il proposito di dominare e padroneggiare a livello psichico gli effetti negativi del vivere che sono molti e subdoli e creano dipendenze.
Mi spiego con esempi: nel rapporto con se stessi può mancare la fiducia e la sicurezza nelle proprie capacità e potenzialità, per cui basta una esperienza negativa o una mancanza di stimoli validi, un rapporto sentimentale che scricchiola, una bocciatura ad un esame, un obiettivo o un desiderio non appagato, per lasciarsi andare o accusare una forte aggressività dall’esterno per cui si ricorre ai ripari in qualche modo cercando come difendersi o riprendersi; il risultato però è di crearsi dipendenze o da sostanze, medicine o droghe, o da esperienze e mezzi di comunicazione, che sono come un surrogato dei sentimenti attraverso, ad esempio, internet, fiction, film, programmi di evasione, riviste e rotocalchi che tendono a creare stimoli esterni per riempire il vuoto interiore con una realtà virtuale.
Grazie a tale intensificarsi di esperienze e prove l’individuo incontra sempre più difficoltà a guidare e a padroneggiare la propria vita, anche perché è molto esposto agli influssi esterni presenti nella nostra società.
Perciò è molto forte il pericolo di un crescente squilibrio psichico dovuto alle influenze manipolatrici provenienti dall’esterno: vedere e sentire quotidianamente più volte i comunicati dei giornali televisivi o leggere i giornali stampati aumenta gli stati di ansia perché è minata la sicurezza personale e collettiva: omicidi, rapine, eventi catastrofici diffusi in tutto il mondo creano, infatti, angosce, paure e insicurezze esteriori ed interiori, perché distruggono spesso con violenza la fiducia, la speranza e la positività che la vita merita.
Tali immagini e notizie lavorano nel subconscio causando forti correnti energetiche negative anche per associazioni di immagini: - Allora ciò che accade a 10, 100, 1000 km di distanza, può accadere anche nel mio quartiere, via o condominio o nel mio appartamento- ognuno pensa. Non si scappa da questo circolo vizioso che causa sempre più un senso di vuoto angoscioso e di impotenza.
E’ a questo punto che ci si deve domandare: - Ma allora, chi è padrone della propria vita?
Per rispondere con qualche esempio di persona che ad una analisi obiettiva dimostra di essere in buona parte padrona della propria esistenza, occorre approfondire ancora altri aspetti della vita sociale e di relazione che è giusto conoscere per poterli dominare perché hanno delle conseguenze dirette nella nostra vita psichica.
E’ una constatazione reale che la nostra vita sociale, da quando si comincia a frequentare la scuola in età infantile, è come organizzata: l’apprendimento, le attività ludiche, il lavoro, i rapporti sociali che devono ottemperare ai diritti doveri del cittadino, devono per forza essere guidati dall’esterno con leggi, consuetudini, usi e norme di comportamento che pesano sulla psiche della persona, se questa non li accetta poi consapevolmente liberandoli dal senso della imposizione.
Certe volte abbiamo l’illusione di pensare, agire e sentire autonomamente in rapporto al modo fisico, ai suoi problemi, invece siamo come guidati, spinti e condizionati esteriormente dall’ingranaggio della vita sociale con i suoi meccanismi e automatismi con il gravissimo pericolo di ripercussioni interiori come paura, ansia, angoscia e insicurezza.
Ad esempio, accendendo la TV per ascoltare i notiziari quotidiani, si trasmettono sempre notizie riguardanti il campo del lavoro, dei risparmi, la malasanità e l’aumento costante del costo della vita: sono tutte informazioni che tendono a togliere le fondamentali sicurezze esteriori basate sul denaro, sul potere, sul possesso cancellando il senso di benessere che talvolta qualcuno può avere facendolo poi cadere nel baratro della disperazione.
Diciamo quindi di subire influssi manipolatori dall’esterno non solo, ma ricerchiamo di conseguenza anche all’esterno nei prodotti dell’industria dello spettacolo i mezzi per colmare il senso di vuoto che avvertiamo nella nostra vita interiore.
Quindi, se non si ha una presa di coscienza delle cause di questi stati di ansia, di angoscia e insicurezza, è chiaro che aumenta il malessere, il senso di disagio e di disarmonia.
Cosa si deve e si può fare?
Il primo e più importante lavoro da fare è scoprire il grado di dipendenza dal mondo esterno, cioè dal denaro e da quei sentimenti standardizzati sull’amore, sul benessere e sulla felicità e sul potere comunemente diffusi nella società; e contemporaneamente dal tipo di stimoli che essa offre spesso in maniera subdola e indiretta, e anche dal bisogno di assumere sostanze, medicine o droghe, per capire che cosa sta succedendo nell’intimo del proprio essere e che cosa altera il suo equilibrio.
Sfugge sottilmente anche al più abile degli osservatori la dipendenza dall’alcool e dalle droghe, specie fumate o sniffate con i loro effetti disastrosi, perché, essendo molto diffuse a tutti i livelli sociali, dagli adolescenti agli adulti ricchi o poveri, non fanno più notizia, sono accettate come un aspetto normale del vivere dei nostri giorni, cosa gravissima in quanto sono proprio la causa prima dell’offuscamento delle coscienze.
Ma specialmente non si considera nelle sue tragiche conseguenze la dipendenza dall’alcool: medici, biologi e neurologi dimostrano con esempi e statistiche, ricavate da anni di osservazioni e di studi, gli effetti disastrosi sul sistema nervoso e non solo dell’uso e abuso dell’alcool.
L’aspetto davvero inquietante è che chi lo assume, è perfettamente convinto di essere fuori dagli effetti devastanti (vedi malattie nervose e incidenti stradali) e di venirne fuori quando vuole, ciò che non è assolutamente vero e possibile anche per l’uso di droghe.
Ormai si sa che ci si avvicina a tali sostanze, alcool e droga, perché qualcosa non funziona nella mente e nella psiche della persona e c’è qualche forte tensione, ansia e paure nel vivere quotidiano.
Ecco allora giustificato l’esercizio e lo sviluppo della consapevolezza che consente di comprendere tutte le dipendenze possibili in questo periodo storico in cui il bisogno di certe sostanze e la dipendenza da certi meccanismi causano l’aumento di disagi psichici annullando la possibilità di essere padroni della propria vita.
Occorre fare una riflessione: la consapevolezza dei processi psichici cha avvengono nell’intimo di un individuo, causati dal suo vivere, salva solo in parte dal cadere nello stato di depressione dovuto alle disarmonie del mondo esterno con le sue sottili manipolazioni e aggressioni; diciamo, solo in parte, perché bisogna riempire il vuoto, non basta solo riconoscerlo e individuarlo ma è fondamentale creare nuovi impulsi di pensieri, sentimenti e azioni.
All’inizio non importa tanto avere idee chiarissime sul da farsi quanto credere e voler cambiare qualcosa, reagire d’impulso al soffocamento della propria libertà e vitalità, creare nuove situazioni magari soltanto immaginate.
Ecco appunto, l’immagine più attinente a tale situazione di vita è il lottatore forte e intelligente, con il corpo cosparso di olio che, incontrando il suo avversario sul tappeto di gara, sfugge ad ogni presa o stretta come un pezzo di sapone dalle mani rozze di chi lo usa con poca attenzione e sa reagire e creare nuove mosse per raggiungere il suo scopo finale: la vittoria sull’avversario, cioè la conquista delle sue sicurezze interiori, dell’entusiasmo nel vivere anche le esperienze più semplici, di un nuovo modo di pensare e sentire la realtà quotidiana molto ricca di occasioni di ogni genere per sentirsi soddisfatti e realizzati; basta avere un po’ di fantasia per creare nuove situazioni e opportunità per vivificare alcuni aspetti della propria vita.
Un modo davvero molto efficace, infatti, e di grande importanza evolutiva è risvegliare un sincero interesse per i nostri simili, concretamente per chi ci vive intorno, cercando di capire, riconoscere e apprezzare il loro modo di essere ed esprimersi; lo scambio di esperienze e di comunicazioni e soprattutto il racconto di delusioni e sofferenze, di timori e di ansie che si provano nel vivere quotidiano accomunano e, se c’è una certa determinazione nel voler uscire dalla paura e dalla disarmonia interiore, rafforzano il nostro nucleo interiore nel profondo, ci fanno sentire più forti quando avvertiamo la compartecipazione degli altri: ci vuole volontà per diventare padroni della propria vita, ma la volontà si deve servire della consapevolezza che capisce e svela alla mente tutti i sottili e subdoli meccanismi da cui siamo offuscati con la conseguenza di sentirci dissociati, dipendenti dai surrogati che la società dei consumi ci offre.
Il sogno di diventare padroni della propria vita si può realizzare a patto di desiderarlo e volerlo con tutto il cuore e la mente e di scoprire la giusta tattica per raggiungerlo.
A dimostrazione della possibilità di realizzare questa sogno, porto un solo esempio di persona in grado di padroneggiare la propria vita: la signora Federica P., quarantacinquenne, ha un figlio con pesanti problemi psicofisici, guadagna uno stipendio minimo per vivere dignitosamente ma possiede una notevole ricchezza a sua disposizione: calore, partecipazione e determinazione nel concretizzare le sue idee: in che cosa e come? Sia nel lavoro che nelle relazioni personali con tutti senza distinzioni ha sempre una grande disponibilità, interesse, rispetto e amore per gli altri.
Parlando delle difficoltà della vita quotidiana che colpiscono tutti e delle influenze aggressive che bloccano la libera espressione della volontà di tutti o quasi, lei sorride e dice: - Finché ho forze nel mio corpo e amore nel mio cuore, nulla mi mette paura, tutto ciò che si dice, è frutto della paura, del senso di inadeguatezza che abbiamo radicato nella mente; più si parla meno si combina.
Per lei timore, limitazioni e ostacoli sono occasioni che la stimolano a fare del bene, le basta una telefonata di un’amica, che chiede consigli, una parola di sconforto di una persona in difficoltà per scattare e compiere un piccolo gesto di amore e dire parole di solidarietà.
Io talvolta la contatto perché mi fa capire che è dando che si riceve e mi fa stare bene facendo tacere la mia mente speculatrice che è portata a domandare, a scavare per sapere trascurando qualche volta di far agire il cuore; tuttavia le ho chiesto qual è il suo segreto, lei me lo ha rivelato in maniera molto semplice e chiara: - Io ho fede che l’amore supera ogni difficoltà, mi interesso ai problemi degli altri e ho considerazione e stima per chi la merita e provo piacere nel vedere chi sta bene e gioisce, è come se ci stessi io; cerco di godere di quello che ho al momento perché intanto la vita va come deve andare, l’ho scelta io, l’accetto e la vivo al meglio.
Riflettendo su tali affermazioni ho dedotto con soddisfazione per lei, che la sig.ra Federica è una delle poche persone veramente padrone della propria vita.
Non è un esempio da libro “Cuore” ma semplicemente quello di una persona che ha capito e mette in pratica con consapevolezza una delle istanze più impellenti dei nostri tempi: pensare positivamente e vivere l’esistenza con partecipazione, condivisione e comprensione per tutto e tutti.
Ecco alcune formule di autoterapia che possono facilitare il raggiungimento di questo obiettivo:
- Desidero con tutte le mie forze di essere libero/a di scegliere la giusta via per la mia realizzazione; accetto consapevolmente ogni condizione e circostanza adattandola ai miei obiettivi con creatività e fantasia;
- Sono compartecipe delle esperienze altrui ma con equilibrio; vivo con entusiasmo e piacere la mia vita, cogliendo sempre l’attimo positivo e gioioso da dividere anche con gli altri;
- Sono sempre più regista e attore della mia vita che mi appartiene totalmente; amo la mia vita con tutto me stesso/a e con la fede incrollabile di esserne il padrone assoluto;
- Mi sento pienamente soddisfatto di ciò che ho e di ciò che sono; ho la spinta a migliorare trasformando il mio modo di pensare in positivo e creativo; ciò che desidero, lo ottengo con fiducia profonda e totale.