domenica, ottobre 12, 2008

IL DOPPIO

Il Doppio
Il Compagno fedele invisibile, l’ombra nascosta di ogni individuo

Se si potesse domandare ad ogni persona evoluta o no quale problema la preoccupi di più per la effettiva difficoltà di risolverlo, la stragrande maggioranza risponderebbe: i rapporti interpersonali a tutti i livelli, sentimentale, familiare, di lavoro e sociale.
Quale può esserne la causa ?
Il “doppio” cioè l’insieme dei nostri difetti.
Chi è il doppio?
E’ il compagno invisibile sempre presente spiritualmente che ognuno di noi porta con sé dal momento della nascita fino al passaggio estremo; per darne un’idea più concreta, è il bagaglio in cui sono racchiuse le essenze di tutte le esperienze vissute che hanno creato nel tempo, le inclinazioni e gli impulsi, gli istinti e le passioni, le simpatie e antipatie, le abitudini negative, le inadeguatezze e le contraddizioni, le fobie, i blocchi e le paure, i limiti e i difetti della persona, cioè l’insieme degli Ego Psicologici, che ci seguono fedelmente ed invisibilmente senza mai mollarci durante il percorso della nostra esistenza.
Ma è molto importante fare una distinzione: nella massa oscura e incandescente di tali energie gli istinti e gli impulsi non dominati e non riconosciuti dalle forze dell’IO, costituiscono l’ombra delle abitudini, degli schemi e modelli educativi, delle inclinazioni e dei talenti negativi che possono rendersi autonomi e costituire nell’intimo di un individuo un’entità autonoma e indipendente, che in casi estremi può assumere l’aspetto di un ego completamente separato come in una condizione schizoide; è tale aspetto che occorre tenere sott’occhio.
Invece l’altra parte elaborata dalla coscienza e dalla consapevolezza costituisce il fondamento luminoso dell’interiorità di un individuo, da cui può attingere energie positive per aiutare la parte oscura a crescere e trasformarsi.
Ogni individuo è fortemente condizionato da tale bagaglio di forze negative e distruttive ma è stimolato in certe situazioni di vita a prenderne coscienza per trasformarle in positive con un lavoro interiore silenzioso ma cosciente.
Tuttavia è il caso di fare ogni tanto una verifica su se stessi per capire quanto di oscuro ancora esiste da riconoscere e trasformare; si può fare a modo di esercizio di rilassamento cosciente:
a) occorre mettersi in una posizione comoda e rilassata ed entrare in uno stato di semplice ricettività attiva per passare in rassegna con vera sincerità e obiettività tutti gli aspetti negativi del proprio carattere, specie quelli che vengono stimolati da qualche azione compiuta di cui non si è molto soddisfatti (portare molti esempi tratti dalla vita quotidiana); balzeranno subito alla coscienza alcuni lati oscuri che prima si ignoravano ma che sono lì in silenzio, nascosti e ci condizionano ad assumere atteggiamenti e comportamenti spesso discutibili e che ci fanno soffrire.
Su questi va diretta l’attenzione sostenuta dalla forza dell’IO.
C’è da fare una considerazione: tali aspetti negativi di solito vengono nascosti e spesso rimossi perché ce ne vergogniamo, tuttavia è un segno dei tempi che “il doppio” esca sempre più alla luce e costringa l’individuo che lo segue ad assumersi la responsabilità del suo agire e a trasformarlo in positivo, perché sono molte le occasioni in cui si manifesta e le azioni che ne derivano.
Come si manifesta il doppio?
Occorre focalizzare l’attenzione specialmente sui rapporti interpersonali: di coppia, familiari, di amicizia, di lavoro o semplicemente di comunicazione nei gruppi, nelle comunità ecc.. in cui spesso, in occasione di scambi di idee, opinioni e giudizi si arriva spesso a feroci discussioni, a liti furibonde che escludono la serena imparzialità dall’oggetto della conversazione.
In tali situazioni quotidiane molto frequenti può darsi il caso che in determinati momenti di frustrazione e di scontento per ragioni personali anche le più futili e ovvie e per incapacità di comprensione scoppino litigi e baruffe da cui si manifestano in maniera aggressiva, prendendo il sopravvento, gli egoismi, le vanità e le ambizioni personali; il motivo della discussione iniziale passa in secondo piano, perché escono fuori le inadeguatezze, le ferite, i traumi subiti nel corso delle vite, le brame di potere e la rabbia.
In tali momenti si sta di fronte allo scontro dei “doppi” senza alcuna riserva.
Portiamo degli esempi: a) nella vita di coppia: spesso c’è un eccessivo coinvolgimento emotivo e mentale (a parte le profonde e sconosciute ragioni karmiche che sono alla base della relazione) per cui si attribuiscono all’altro, che fa da specchio, le proprie inadeguatezze, i difetti e le ombre della propria personalità. Talvolta l’altro diventa l’avversario, il nemico contro cui scaricare il fucile a pallettoni, è il bersaglio costruito con i propri pregiudizi e lati oscuri e non ci sono ragioni per ricredersi, l’unica soluzione è il suo annullamento illusorio ( chi lo ha fatto, ad esempio con la separazione, ha sentito col tempo la sua mancanza).
Si perde di vista il reale valore della persona, le sue qualità positive e si diventa vittime del gioco perverso delle immagini proprie che si proiettano inconsciamente all’esterno sul nemico che si teme e si detesta.
Tale esperienza si fa anche con persone al di fuori del rapporto di coppia, ma è molto più facile all’interno di essa; è il caso di cui si parla anche in psicologia, cioè il trasferimento dei propri lati negativi all’altro: è il meccanismo inconscio che ha come scopo discolpare il proprio doppio e che distorce la visione obiettiva della realtà;
b) nei rapporti familiari avviene lo stesso fenomeno che accade nel rapporto di coppia con la differenza che si formano due “partiti” perché i componenti: figli, fratelli e sorelle, genitori, nonni e zii, cugini, cognati e fidanzati si schierano, formando un “partito”, a seconda dei propri interessi ed affinità di sentimenti, di cultura e di grado evolutivo e la guerra, specie nei momenti in cui si devono prendere decisioni, si complica: si dicono calunnie e bugie, vengono fuori invidie, gelosie, risentimenti e astio, rabbie e manipolazioni, così come nelle riunioni dei gruppi di lavoro, di studio o di vita sociale (condomini, vita politica e di studio ecc…) e in specie nelle comunità finalizzate allo sviluppo della conoscenza per il miglioramento di se stessi sia laiche che religiose, insomma, ovunque c’è l’incontro-scambio di opinioni e di caratteri e temperamenti, si creano tensioni e scontri, dove invece proprio in quelle occasioni dovrebbero esprimersi l’accettazione rispettosa, la comprensione dell’altro e l’armonia; in tali situazioni la presenza reale dei “doppi” e la loro interazione è veramente molto attiva e distruttiva nel senso che causa conflitti e discussioni, litigi e offese e talvolta anche violenze da parte del “branco”in cui si scatenano gli istinti più bassi e disumani (spesso nei mass-media si riportano notizie di tragedie in seguito a liti e aggressioni ).
Le cause?
E’ più che lecito domandarsi quali sono le cause a livello profondo di tali fenomeni: una e la più importante è che il “doppio” si sente provocato e stimolato dai diversi modi di pensare e di sentire, dai diversi comportamenti e atteggiamenti di chi gli sta di fronte, specie quando si dibattono questioni di interesse morale o materiale o argomenti di carattere religioso, politico-sociale, scientifico o filosofico o anche più banali come lo sport, lo spettacolo, la tavola ecc.
La lotta dei doppi segue come un copione prefissato: basta che una persona presente o più parlino esprimendo le proprie idee, che immediatamente scatta come una molla la reazione interiore di ciascuno e allora si innescano gli scontri verbali o nascono quei giudizi, talvolta inespressi, che tagliano come bisturi, che non è facile controllare; anzi accade un fenomeno strano apparentemente: sembra che le persone in discussione si moltiplichino a dismisura, siano innumerevoli e sempre più arrabbiate al punto da creare un’atmosfera incandescente, come se ci fossero dei demoni imbestialiti che godono del caos creando sempre più occasioni di scontri, spesso anche brutali. E’ inutile usare la ragione per calmare gli animi, si ottengono spesso risultati controproducenti, per cui è più saggio tacere per non dare seguito a discussioni o addirittura mollare e andarsene facendo magari la figura di persona di carattere debole .
Quale potrebbe essere il giusto atteggiamento da assumere in tali circostanze??
La prima azione che si dovrebbe fare quotidianamente, (la prevenzione più efficace) è quella di sforzarsi di essere consapevoli dei propri difetti o ego psicologici negativi, guardarli con gli occhi della mente, quando si evidenziano nei pensieri nei sentimenti e nelle azioni, possibilmente senza illusioni ma con sincera obiettività e domandarsi come e cosa fare per controllarli e trasformarli in positivi. Questo è l’obiettivo cui si deve tendere con tutte le proprie forze, se si vuole progredire nella crescita personale.
Occorre fare attenzione a tutte le possibili tentazioni e modi subdoli messi in atto dal “doppio” per non perdere potere sul subconscio, come, ad esempio, la falsificazione della realtà cioè la percezione non obiettiva di una situazione per non subire delusioni e attacchi distruttivi al nostro ego, e la giustificazione dei propri comportamenti in base a scuse fittizie ed elementari, come quella di dover aggredire l’altro perché sembra che voglia rovesciare su di noi il suo rancore, l’astio e la rabbia, il risentimento e l’odio, quando ad un’analisi più obiettiva risulta che siamo noi ad aver accumulato tali sentimenti di cui inconsciamente ci vergogniamo.
Quindi occorre capirsi e sviluppare la giusta consapevolezza di noi e capire e comprendere l’altro, chiunque sia, le sue ingiurie, i suoi attacchi. Ciò richiede e sviluppa la forza interiore, la presenza della coscienza e porta ad una sana percezione di noi, dell’altro e del mondo che ci circonda.
Se poi qualsiasi tentativo di chiarimento o di pacificazione non porta ad alcun risultato positivo, allora è uno spreco inutile di energie e conviene allontanarsi e mollare fidando in nuove occasioni più propizie in cui cimentarsi con le nuove forze acquisite con gli esercizi e le autoaffermazioni costruite ad hoc.
Di questi tempi è vitale e indispensabile capire il proprio doppio per non incorrere in inutili tensioni, conflitti e ansie e sforzarsi di accettarlo riconoscendolo anche in chi ci vive vicino; anzi, alla luce della conoscenza della legge del Karma, si dovrebbe pensare nelle situazioni difficili specie conflittuali:” Ecco l’occasione da me attirata per conoscere e snidare quel “furfantello” di doppio che mi condiziona costantemente stimolandomi alla lite perché mi offusca la giusta visione della realtà in cui vivo”.
Allora è giusto e doveroso darsi da fare per scovare l’amico invisibile fedele, l’ombra nascosta talvolta subdola e ingannatrice e lavorare su di sé per riconoscerla e illuminarla. Di lavoro da fare ce n’è proprio tanto, direi in ogni momento della giornata.

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