Considerazioni e riflessioni sulla SS.Trinità
Mi è sorto da un po’ di tempo il desiderio di personalizzare, cioè di adattare al mio modo di sentire, pensare e agire quotidiano, facendole diventare il motore di tutta la mia attività psicofisicospirituale, alcune verità incontrate nelle sacre scritture o in letture di autori di diverse dottrine, che aprono una visione profonda del senso della vita e soprattutto del ruolo che l’essere umano dovrebbe svolgere per raggiungere la sua mèta, il suo obiettivo evolutivo.
E’ un desiderio lecito il mio, perché mi sono stancato di sentire proferire parole come S:S:Trinità o leggere idee e pensieri illuminanti e intensi, come quelli che si riferiscono al destino dell’uomo e alla struttura del cosmo in evoluzione in cui viviamo, senza tentare di riferirli al mio essere cercando di farli diventare “sangue del mio sangue”, cioè esperienza diretta della mia persona.
Sì, perché conosco molte persone e ne sento anche altre, autorità nei loro campi specifici: religioso, filosofico esoterico, scientifico, pronunciare idee concetti pensieri e verità talmente alte da incutere quasi un senso di soggezione, di paura al solo pensiero di poterle realizzare nella propria intima esperienza spirituale. Altrimenti, se non mi sforzo di concretizzarle in qualche modo con un lavoro spirituale, restano solo come bagaglio culturale e concettuale; forse di positivo queste verità hanno la funzione di suscitare sentimenti di venerazione e devozione, pensieri e volontà di realizzazione, che vivono nella sfera della psiche più profonda, mi riferisco in particolare all’idea della Trinità cristiana (lascio da parte le Trinità di altre religioni).
Se ci si ferma sul concetto in sé della Trinità, partono considerazioni, riflessioni e opinioni, idee e giudizi che impegnano totalmente tutte le facoltà e attività intellettive con riferimenti culturali e innescano un processo mentale molto intenso; ma se non aiutasse la preghiera del Padre Nostro, capace di suscitare un sentimento totale e universale profondo, il concetto in sé sarebbe solo, almeno per me, un’acquisizione concettuale, per carità, fondamentale per una concezione spirituale e morale dell’ esistenza del creato e dell’uomo, ma sempre lontana dalla mia esperienza.
Allora come posso identificare in me i tre aspetti della SS.Trinità? E’ una domanda che mi riempie l’animo di devozione, di adorazione e rispetto per farmi vivere a contatto con l’energia di amore creatrice del cosmo visibile e invisibile.
Do una risposta in cui credo fermamente: senza entrare in disquisizioni sottili di carattere teologico e filosofico e tanto meno esoterico (corpi fisico, eterico, astrale e Io), riconosco e accetto una tripartizione nel mio essere: corpo anima e spirito e in ciascuna di queste parti, non solo caratterizzate concettualmente ma vissute come esperienza diretta interiore, riconosco la presenza degli aspetti del divino creatore: che significa ciò? Che nella mia attività cosciente di pensiero, nella mia attività emozionale e di sentimento anche inconscia e nel mio organismo fisico colgo in momenti particolari il riflesso diretto della divinità in me, ma è più giusto dire in ogni essere umano.
Leggendo tali parole, qualcuno avrà sicuramente una prima fortissima reazione e si dirà: - Ma chi si crede di essere questa persona che afferma di riconoscere in sé la divinità? La divinità è intoccabile, forse innominabile, perché è nella sua infinita e inconcepibile dimensione - continuerebbe a dire- non si confonde con l’uomo peccatore, impuro presuntuoso e ignorante.
E’ questa però una concezione medioevale o fondamentalista, assolutamente statica in cui Dio è là, assoluto, inaccessibile, l’uomo qua, solo impotente e indifeso. Quanto tempo e quante esperienze sono servite a far capire, invece, la piena partecipazione del divino alla natura e alla vita umana!!! Ormai sono i più quelli che riconoscono in sé, nella propria coscienza, la presenza del divino e, cosa veramente entusiasmante, la riconoscono in tutti e tutto, nei propri simili; spesso non hanno il coraggio di ammetterlo apertamente per paura di essere criticati e considerati persone strane e illuse che il bene trionfi sempre, ma nel loro intimo, almeno nei momenti di confidenza, ammettono di vivere nel sentimento, nel cuore il riconoscimento della natura divina in ogni essere umano, e ciò dà molta forza.
Vediamo come si traduce in pratica tale sentimento così alto ed esaltante: io ho spesso la netta sensazione di essere, come tutti gli altri, un aspetto particolare e individuale di un’idea grandiosa universale solenne di Uomo, un attributo vivente del progetto Uomo, pensato creato e costruito dalla divinità e come tale, degno del massimo rispetto, ammirazione e devozione (I aspetto).
Se riusciamo a mettere da parte per un po’ risentimenti e rabbie, astio e paura, aggressività e giudizi negativi possiamo cogliere nel prossimo la infinità varietà e ricchezza delle qualità umane che, considerate nella loro iniziale e naturale purezza, sono proiezione del divino: di qui nasce la fratellanza universale, l’amore universale e l’unione con il divino.
Se scendiamo poi più nel profondo e consideriamo gli aspetti della vita psichica conscia ed inconscia, il sentimento del divino in noi si acuisce e diventa tangibile perché attraverso il modo di esprimersi di ogni individuo nella sua quotidianità, penetriamo nel mistero della vita dei sentimenti e delle emozioni, vita unica irripetibile e indistruttibile (II aspetto).
Poi, quando ci soffermiamo a considerare l’aspetto esteriore dell’Uomo, il suo corpo fisico, il sentimento del divino raggiunge il massimo della sua intensità: l’idea della perfezione assoluta resa tangibile, visibile e alla portata dei sensi. Basterebbe partire dalla complessità e bellezza del corpo umano e di tutti gli organismi viventi per risalire al pensiero della divinità creatrice; il corpo veramente, considerato nella sua interezza, può considerarsi il tempio vivente dell’anima e dello spirito umani (III aspetto).
Non è questa forse la SS.Trinità espressa nell’essere umano??
Allora, riassumiamo in forma breve e sintetica senza riferimenti filosofico-teologici o esoterici alla SS.Trinità come ci viene spiegata, ma in relazione a ciò che possiamo sentire e capire di essa con tutti noi stessi:
1) Io sono, come ogni essere umano, nella mia totalità come un attributo, un’espressione terrena dell’idea universale del divino, la creazione vivente “creato a immagine somiglianza” di Dio, per fermarci solo al regno umano; quando penso al senso della vita di ogni individuo, mi si riempie l’animo di gratitudine (indipendentemente dalle situazioni di sofferenza e difficoltà quotidiane) per le infinite possibilità e occasioni che il karma offre a ciascuno per conoscere e sviluppare, affermare ed esprimere al meglio le potenzialità del suo essere;
2) Io sono, come tutti, nella mia vita psicospirituale la ricchezza infinita di sentimenti ed emozioni, stati d’animo e affetti, passioni e giudizi, impulsi e sensazioni, l’espressione varia e inesauribile ma misteriosa e non sempre comprensibile per la sua profondità e complessità, di una realtà senza limiti in cui ci riconosciamo e ci accomuniamo come Uomini;
3) Il mio corpo è nella sua interezza, il contenitore vivente organico di tutto il mio essere psicospirituale, che mi permette di vivere le esperienze legate al mondo sensibile, lo strumento che mi consente di personalizzare e individualizzare la vita in tutte le sue espressioni, sensibile e psicospirituale e come tale ha diritto al massimo rispetto.
Ora, aldilà di tutte le definizioni teologiche, filosofiche esoteriche e culturali in genere che distinguono, classificano e spiegano razionalmente ma che invece di unire l’individuo all’energia dell’entità altissima della Trinità, lo distaccano, lo mettono in soggezione allontanandolo dall’energia calda e luminosa che si percepisce attraverso il sentimento e la volontà,(infatti, quando definisco la Trinità come Padre, Figlio e Spirito Santo proietto questi altissimi concetti sul piano ideale e mi identifico all’attività razionale che mi separa dalla unione energetica con questa potente e unica fonte di amore e fratellanza) ora, vorrei esprimere con molta semplicità e umiltà l’esigenza sentita da moltissime persone di rendere più familiare, più vicina la presenza delle altissime entità spirituali che guidano gli uomini nel loro cammino evolutivo difficile ma intenso, mi riferisco in primo luogo all’Angelo custode e via via a tutte le altre entità Arcangeli, Principati ecc.. Parecchi di voi diranno: - Ecco di nuovo delle classificazioni – esse vengono fatte però, a titolo di esempio per far capire che noi esseri umani viviamo effettivamente circondati dalla loro energia ma vogliamo partecipare individualmente ad essa per attuare la vera fusione con il divino.
Tali idee possono sembrare un po’ strane o rivoluzionarie, non è vero, basta sforzarsi di sperimentarle per sentire la loro realtà ed efficacia: è ora di mettere al suo posto “la mente“ che critica, giudica e dare spazio anche al sentire e al volere che più direttamente permettono di fondersi all’energia di amore universale. Anzi, per essere più precisi, sarebbe costruttivo riscaldare con il sentimento tutta l’attività razionale per penetrare con esperienza diretta nelle verità più profonde alla base di concezioni di vita che danno serenità e chiarezza psicospirituale.
E’ giunto il momento di scendere da quelle posizioni di potere e dominio nel campo della conoscenza che fanno assumere quegli atteggiamenti “luciferici” di superiorità e distacco, ed entrare con il cuore nel vivere quotidiano a contatto con tutti vivendo sul campo il rispetto, l’accettazione, il perdono e l’amore; altrimenti è ancora un balbettio spirituale di belle parole, idee meravigliose, concetti sublimi ma fuori dell’energia viva di amore; per carità accettabilissimi ma non ancora vissuti e realizzati “come sangue del proprio sangue”.
La SS.Trinità penetrata e meditata nel profondo, in tutta la sua illimitata potenzialità, può dare veramente la forza necessaria ad iniziare un percorso di crescita spirituale: è l’unica fonte inesauribile di vita, di stimolo e sostentamento totale.
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