lunedì, gennaio 01, 2007

LA PAURA


LA PAURA

Questo argomento di notevole attualità, mi è stato richiesto di trattare da molte persone e a gennaio sostituisce il capitolo 5° del libro: Il destino umano?

Per capire e quindi poter sciogliere questo complesso sentimento, che spesso avvelena l’esistenza, è molto importante soffermarci un attimo a riflettere sui nostri stati d’animo e sui nostri comportamenti in ogni ambito della nostra vita quotidiana; ci accorgeremmo che quasi tutta la vita interiore è spesso pervasa da un sentimento molto profondo, nascosto e inconscio che sottilmente ci emoziona, ci condiziona, ci fa soffrire e talvolta ci blocca, se non siamo consapevoli della sua presenza: appunto la paura.
Come definirla?
Non è sufficiente una sua definizione concettuale, ma è importante vedere come si presenta e si manifesta; in tanti modi quanti sono i caratteri delle persone che ne soffrono: con immagini mentali (quadri mentali), stimolati da una parola, da un’immagine, da una lettura o da una persona che ricorda tristi esperienze, da pensieri ricorrenti negativi che provengono da vite passate o da forti emozioni che attanagliano le viscere e bloccano le funzioni digestive e non si sanno definire.
Comunque le conseguenze sono l’indebolimento delle nostre difese consce di fronte agli eventi, un distruttivo pessimismo e la mancanza di fiducia in noi stessi con la sensazione di essere sopraffatti dalle situazioni e di non poterle risolvere, oltre l’impotenza, l’incapacità di essere all’altezza, la consapevolezza di non essere amati e di essere disprezzati, non capiti e svalutati, è come se ci mancasse qualcosa, strappataci dalle circostanze, per sentirci a nostro agio, completi e sicuri.
In ultima analisi ci troviamo sull’orlo di un baratro che ci risucchia con violenza, che ci strappa da ogni certezza, come se fosse presente in noi un’altra persona o entità che prova piacere a destabilizzarci. Ognuno personalizza e colora del suo vissuto tali sensazioni!!
Per esempio, è veramente tragico vivere le sensazioni e gli stati d’animo provocati dalla disoccupazione con la conseguente insicurezza economica, la paura che ti attanaglia lo stomaco quando ti si para innanzi lo spettro della impossibilità di far fronte alle incombenze quotidiane: la spesa alimentare e il pagamento delle bollette, del mutuo, le spese sanitarie e delle attività extrascolastiche dei figli….sono immagini che ti paralizzano ogni iniziativa, che ti prostrano il morale, che pregiudicano il rapporto con gli altri, marito/moglie, colleghi e amici… è un chiudersi negativamente davanti ad ogni impulso di vita, ci si sente come falliti e irrealizzati, crolla il mondo addosso.
Anche nel rapporto di coppia, nei rapporti sentimentali in genere la paura la fa da padrona: chi non ha mai provato il timore di essere abbandonato, lasciato a se stesso solo, senza poter fare affidamento sulla persona amata? O il dolore di essere rifiutato e quindi l’umiliazione più distruttiva per ragioni che soltanto noi comprendiamo e che ci creano un muro impenetrabile di paure e timori, blocchi e ostacoli interiori a proseguire qualsiasi cammino o a sentirci a nostro agio?
Però, riflettendoci bene, le paure sono effetti e proiezioni di malesseri interiori più profondi: non hai un punto di riferimento interiore, una fiducia in te, dei valori che ti sostengono, non hai ancora riconosciuto la tua vera identità come individuo, cioè non sai chi sei, da dove vieni, dove andrai, non hai capito che le certezze che ti aspetti dagli altri le devi cercare in te e svilupparle…..è doloroso provare tali sentimenti!!
Ma il sentimento più triste e amaro è l’apatia, l’incapacità di movimento interiore che paralizza; è chiaro che in tale condizione, la paura trionfa annullando ogni stimolo di vita, la speranza di miglioramenti, è una forma di morte psichica, la più pericolosa ai fini del raggiungimento di un semplice benessere sereno e consapevole. Spesse volte non è chiarita e non analizzata con consapevolezza per timore di dover ricominciare tutto daccapo mettendo mano ad una radicale trasformazione di se stessi.
L’elenco di paure potrebbe continuare ancora….ma sono tutte riconducibili ad una sola causa: la mancanza di fiducia in se stessi e nei valori ideali in cui si crede che danno un senso alla vita e la rendono preziosa per la possibilità di fare esperienze.
Allora occorre mettere in atto una strategia, una tecnica o semplicemente un modo per fronteggiarla e controllarla; estirpare la paura si può, ma richiede uno sforzo e una disciplina non alla portata di tutti, lo possono fare solo quegli uomini tanto evoluti che “camminano un metro da terra”.
Innanzitutto è importante prendere coscienza di ogni stato d’animo, di ogni sentimento e sensazione di paura, come? Quando avvertiamo che si avvicina lo spettro della paura o che ci siamo già dentro, dobbiamo sforzarci di accendere in noi una luce, la consapevolezza, (l’organo interiore è posizionato nel terzo occhio alla radice del naso) che illumina tutti i processi interiori che si svolgono nell’intimo della nostra coscienza: comprende il significato dei quadri mentali o forme pensiero, quei flash che ti paralizzano, ti fanno sudare freddo per l’emozione (mi risulta che in altissima percentuale i quadri mentali, illuminati dalla consapevolezza, si disciolgono lasciando la mente libera da paure, se si ha il coraggio di affrontarli con determinazione, come fa il torero con il toro).
Questo è l’inizio di un esercizio fondamentale per chi vuole iniziare un cammino di trasformazione: la pratica della consapevolezza che è lo strumento adatto a capire i meccanismi psichici, mentali ed emozionali, per entrare in uno stato di coscienza superiore, cioè per diventare capaci di non lasciarsi condizionare e dipendere camminando verso la propria realizzazione.
E’ questa la prima fase; infatti quando si capisce con serena obiettività possibilmente, da dove si muove il fantasma, lo spettro che ti avvolge e coinvolge terrorizzandoti, si è a più di metà del lavoro che si ha da fare per controllare e gestire la paura.
Poi deve proseguire il lavoro della seconda fase, cioè la fase attiva, la terapia vera e propria che mira a curare e possibilmente guarire la malattia, la paura che è all’origine di molte malattie psicofisiche. Tale intervento è molto personale e soggettivo, dipende da una serie molto varia di caratteristiche individuali: il karma personale, il livello di maturazione raggiunto, la cultura specie esoterica, la volontà determinata di uscire da ogni condizionamento che fa perdere il gusto della vita.
Nei più maturi nasce una certezza che la paura può essere controllata e gestita, quindi spesso neutralizzata.
La terapia consiste in una serie di interventi esercizi, che ognuno di noi può effettuare, che hanno dato in chi li ha praticati e continuano a dare risultati sicuri e sperimentati: 1) la invocazione delle entità superiori, cristiane o di altro credo religioso, che aiutino a non perdere la testa, a capire le situazioni e a sviluppare piena fiducia in se stessi, in sostanza ad entrare nell’energia dell’amore universale che accetta tutto e tutti e spiega tutto. E’ in sostanza una preghiera di questo tipo, recitata in un momento di raccoglimento per placare il turbinio della mente e del cuore e per capire, disciogliendo la paura (è ottima come prevenzione): Energia divina, fa’ che io sia calmo e senta che tu stai dentro di me e mi proteggi, sostienimi e aiutami a capire che tutto quello che io vivo di sofferenza e di paura, accade per il mio bene e per capire la logica profonda delle cose.
Chi ha una natura mistica si trova benissimo con questo tipo di invocazione, perché cerca di stabilire il contatto energetico con il divino in sé e, se insiste, ci riesce con ottimi risultati, specie quando è in piena crisi.
Chi segue invece un cammino di crescita consapevole, cerca di superare e controllare la paura usando formule di autoterapia o mantra di questo tipo: 2) io sono coraggioso, affermo la sicurezza, la certezza del mio valore, la determinazione e la forza d’animo che mi aprono uno spiraglio di luce in ogni situazione; oppure assisto da spettatore lucido e distaccato a quanto si agita in me libero da ogni condizionamento e dipendenza mentale, oppure accetto qualsiasi esperienza e tensione disciogliendola con amore comprensione e consapevolezza. (da ripetere molte volte)
Può usare inoltre forme di meditazione e praticare esercizi fisici basati sulla respirazione ritmica che calma molto il vortice della mente. Si tratta di provare a seconda della propria inclinazione.
Se la paura è effetto di un trauma o choc subito in questa o in altra vita passata, allora si può ricorrere con buoni risultati a tecniche come la Regressione Abreactiva Profonda. (Vedi in Internet)
Ma non tutti si pongono il problema di seguire una disciplina per controllare la paura; infatti, ci sono molte persone non abituate ad una disciplina per dominare emozioni, sentimenti e pensieri e particolarmente la “testa”; sono generalmente dipendenti e condizionati dalla paura e la affrontano o meglio la sopportano nelle vicende quotidiane con alti e bassi di umore, talvolta aiutate dalle persone che stanno loro intorno, sensibili e ben disposte, e arrivano ad un modus vivendi improntato al buon senso, ma non risolvono il problema.
Altre, invece, cadono in depressione per cui ricorrono a farmaci o a cure psichiche, se i sintomi sono forti e tali da turbare gravemente l’equilibrio psicofisico e spirituale (si consiglia di praticare la tecnica prima citata).
C’è un’altra categoria di individui che affrontano la paura buttandosi in esperienze pericolose e spericolate, incoscienti, cioè al di là del limite della prudenza; affrontano istintivamente le situazioni che incutono loro paura, cercando di esorcizzarla con azioni coraggiose e audaci.
In realtà però sono più meritevoli di attenzione quegli individui, e sono la maggior parte, che sono bloccati, impediti ad esprimersi liberamente, che vivono con pesantezza ed apatia, “a testa bassa” le limitazioni dovute alla paura; non gliela fanno ad uscire dall’oscurità nebbiosa della loro esistenza confusa, incerta e condizionata e accettano passivamente la loro vita giustificando ogni evento con una visione pessimistica del vivere sociale: tutto è male, prevale la cattiveria, la prepotenza e l’ingiustizia, la sofferenza e il dolore. Essi non fanno nulla per cambiarsi, cercando almeno un modo per capire la paura e lottare contro di essa.
Proprio considerando questa mentalità molto diffusa, viene da farsi una domanda lecita: esiste una forma di prevenzione della paura?
Oggi si parla tanto di vaccini, di immunizzazione da malattie pericolose e devastanti, ma sarebbe più che giusto praticare una forma di vaccinazione-prevenzione contro la malattia tanto diffusa della paura, origine di malesseri e mali fisici e spirituali.
Come?? Innanzitutto è bene interessarsi di problematiche psicologiche e spirituali attraverso letture (sono moltissime le pubblicazioni su carta e specie su Internet che trattano tali problemi in ogni ambito), o frequentando centri culturali in cui scambiare esperienze e opinioni ma soprattutto con una attenzione maggiore a se stessi, non nel senso di procurarsi solo più vantaggi egoistici materiali o morali per aumentare il senso di sé, ma per conoscersi meglio e comprendere le cause profonde dei disagi, delle insoddisfazioni, delle paure e per apprezzare gli aspetti positivi del carattere e sviluppare le proprie potenzialità, virtù e capacità conoscendo anche le proprie carenze e i limiti, come se frequentassimo una scuola di perfezionamento del carattere; si potrebbe apprezzare la possibilità di mettersi in gioco per non attaccarsi più di tanto a nulla di definitivo, per essere sempre in movimento, in un continuo mutamento.
A tal proposito il poeta tedesco W. Goethe dice in un suo aforisma: “muori e diventa”, che significa superare lo stallo interiore, la morte interiore per rinascere con entusiasmo in un nuovo stato d’animo, in nuove condizioni positive e suscettibili di miglioramento; è uno stimolo notevole a reagire al blocco delle negatività e alla paura specie quando si è in crisi. Io personalmente sono debitore a Goethe della mia volontà di rinnovamento, specie dopo esperienze molto pesanti, frustranti e debilitanti; anzi sono convinto, dopo tante prove, che grazie alla lotta con i fantasmi della paura sono cresciuto, perché sono sempre vigile e pronto a capire il meccanismo sottile e infido con cui si manifesta la paura in tutti i momenti della vita quotidiana; diventa un gioco piacevole e intrigante, talvolta duro.
Quando meno te lo aspetti, basta una sciocchezza per aprire specie “la mente” a immagini e quadri mentali di paura, ma se si è vaccinati contro di essa, perché si segue un percorso di conoscenza o di fede o di sviluppo energetico, diviene molto più facile controllare emozioni e reazioni, sentimenti e pensieri (la mente).
Anzi, io incontro sempre più persone che si sperimentano e lottano contro la “bestia” ed è una grande soddisfazione conoscere le diverse tecniche personali messe da loro a punto per sopravvivere liberi il più possibile dai condizionamenti della paura.
Ritengo giusto che ognuno di noi debba trovare”la propria tecnica” se non altro per uscire fuori dalla dipendenza e dai condizionamenti psicologici causati inconsciamente da tale sentimento.
Infatti, è fondamentale diventare non solo “attori” della propria vita, ma soprattutto”registi” per strutturare e organizzare l’ambiente in cui viviamo per recitare al meglio “la nostra commedia”, cioè “il ruolo” scelto da noi per realizzare il nostro karma.

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