CAPITOLO II ( Prima parte)
Molti elementi del gruppo sono fortemente impauriti dalle sofferenze per le malattie; sappiamo con certezza che sono dovute a ragioni karmiche individuali e in questo ambito vanno capite e possibilmente risolte.
Tuttavia abbiamo voluto avere idee più chiare e sicure sul vero significato della malattia in genere e di qualche malattia in particolare, rivolgendo questa domanda:
Abbiamo paura delle malattie, qual è la loro reale natura?
Stewo: Sono eventi strani nella vita di un individuo e causa di gravi preoccupazioni ma possono capitare spesso anche quando si è fatto di tutto per evitarle. Quando una persona karmicamente è giunta al culmine di una serie di processi inconsci logoranti, stressanti psicofisicomentali, allora può sfociare in una malattia.
Sono circostanze che non possiamo decidere in terra, ogni tanto capitano e occorre accettarle; comunque, salvo eccezioni, non sono mai così brutte come sembrano alla mente umana.
E’ l’uomo che ingigantisce le cose, perché in realtà, da quando è apparso sulla terra, ha sempre assistito al disfacimento materiale.
Anzi nel passato c’era anche più sofferenza. Voi non ricordate le sofferenze sopportate in altre vite, ne portate le conseguenze nei vostri corpi spesso in positivo (perché la sofferenza ripaga sempre). Ma basta che voi pensiate alle malattie più banali che qualche decennio fa ancora stroncavano vite con inaudite sofferenze, per capire che adesso il dolore può essere minore, perché avete tutto ciò che lo allevia, la scienza e la tecnica fanno passi da giganti in questa direzione.
E’ chiaro però che le sofferenze sono del tutto “personali” nel senso che sono legate al karma individuale: mi spiego, negli ultimi giorni della mia esistenza terrena ho provato un dolore tremendo e travolgente che ha piegato la mia forte e potente fibra, nonostante la “bomba” che i medici mi hanno somministrato in ospedale (terapia del dolore), perché? L’ho capito dopo, attraverso questa sofferenza indescrivibile dovevo praticamente vivere e sperimentare tutti quei processi che la malattia causa e che mirano all’accettazione totale del dolore, della sofferenza.
Solo così sono passato di gradino, sono salito ad una comprensione completa, non solo intellettuale del dolore, di quel dolore che ti “schianta”, ma ti accende al massimo la luce della Coscienza.
Il mio atteggiamento taoista che ho sempre tenuto verso la malattia, cioè il dominio e il controllo di tutte le reazioni consce ed inconsce ad essa, è stato letteralmente stravolto dal dolore che ha abbattuto tutte le mie difese mentali, coscienti e volitive: voi ricorderete, non valevano più per me le formule di autosuggestione, i mantra, le preghiere.
Ho accettato negli ultimi momenti della mia vita terrena con altre forze la mia sofferenza, cristicamente e sono immensamente cresciuto.
E’ una esperienza che si può capire con la coscienza, ma essendo strettamente legata alle esigenze karmiche della persona che la prova, vissuta e sofferta è un’altra cosa, diventa una sorgente di crescita evolutiva.
Ho vissuto totalmente l’esperienza cristica del dolore e sono ora cristiano nel senso di testimonianza di sofferenza e di verità.
Ora, quando una persona si dispera per quello che è capitato, per esempio, ad un figlio piccolo o ad un’altra persona, non pensa che l’esperienza di dolore anche in un bimbo mira a sviluppare certi processi, che salvano quell’anima proprio attraverso la sofferenza, quell’anima poteva essere “un’anima persa”, l’unico modo per salvarla, per pareggiare il suo karma, è la sofferenza.
Non lasciatevi sopraffare dalle apparenze, queste nascondono sempre un’altra realtà.
Io vi ho sempre spinti ad indagare dietro le apparenze, dietro la “maya” per usare il termine orientale più appropriato.
Quindi non abbiate paura delle malattie, perché sono uno strumento karmico per crescere (non sono parole!); piuttosto finché lo potete, cercate di leggere dalle vostre esperienze, di capire quali aspetti del vostro carattere, del vostro Karma sono messi in discussione dalle malattie e lavorateci su per cambiarvi: a questo mirano le sofferenze sia fisiche che morali.
Coord.: Vorremmo conoscere le cause karmiche di alcune malattie gravemente limitanti, come la cecità, la sordità, il mutismo, il cancro, il nanismo…..
Stewo: Le malattie sono sempre conseguenze di scelte fatte a priori, come sapete, per pareggiare i cosiddetti debiti karmici e avanzare sul sentiero della crescita evolutiva. Ognuno di voi può sviluppare per motivi particolari determinati sensi: udito, vista, tatto ecc…. e quindi scegliere di svilupparne uno piuttosto che un altro, quello più carente.
Ma per alcuni individui il tipo di malattia, gravemente limitante alcuni sensi non dipende da scelta karmica, ma da pagamento karmico: mi spiego, le persone affette da disfunzioni pesantemente riduttive hanno provocato grosse sofferenze ad altri individui in vite precedenti, quindi per la legge della giustizia distributiva o Karma sono assoggettate ad imposizioni o forti limitazioni per riparare quanto commesso: il cieco è tale, perché ha provocato in altri o offuscamento di coscienza o devianze su cattive strade o ha fatto vivere esperienze brutte, crudeli e disumane, per cui nell’attuale vita, non avendo la vista, è costretto a sviluppare maggiormente capacità di riflessione, quindi un risveglio di quella coscienza che ha offuscato in altri.
Avere fatto delle azioni cattive verso il proprio coniuge, figli o parenti comporta un pagamento più leggero, ma avere alienato una intera popolazione, una comunità, avere spinto intere popolazioni a morte o averle fatte vivere sotto una dura e disumana egemonia e per lunghi periodi, riducendole ad alienazione, comporta un pagamento più pesante, più rigido e rigoroso.
La permanenza nel kamaloca è più lunga, quindi un ritardo nella incarnazione e i processi animici nel luogo di purificazione sono più lunghi duri e logoranti.
Il problema sta nel modo di apportare la correzione al loro comportamento al momento della reincarnazione, perché è difficile convincere queste anime e piegarle, essendo dotate di capacità molto sviluppate e di intelligenza fine, sono dei leader che hanno la tendenza ad usare il loro potere evolutivo alto a loro esclusivo vantaggio.
Quando si reincarnano, allora sono costretti a sviluppare tutte quelle qualità che sostituiscono il senso della vista in maniera superlativa; infatti il cieco si comporta come se vedesse, il muto si esprime a gesti in modo molto efficace.
E’ chiaro che i motivi della loro sofferenza sono molto forti dovuti alle loro limitazioni, mitigati talvolta dalla accettazione.
Però è molto difficile, (per fortuna loro!), che persone di questo genere possano vivere un’altra vita con questo tipo di pagamento, cioè costretti ad esperienze così limitanti dovute a carenze fisiche: uno o più sensi inefficienti.
Dovrebbe essere proprio una colpa gravissima, allora diventa una scelta alternata: una volta, inefficienza di un senso, un’altra, di un altro, perché altrimenti sarebbe insopportabile che un’anima si reincarnasse sempre con lo stesso difetto. Il concetto è questo nel caso di gravi mancanze, che ci si deve allenare a sviluppare capacità di comprensione su canali differenti, cioè una volta le capacità che sostituiscono la vista, una volta quelle che sostituiscono la mancanza della parola o l’udito, per risvegliare e potenziare quella coscienza offuscata che li ha fatti errare.
Per la cecità, il mutismo e la sordità il discorso è unico, perché la limitazione di questi sensi, che in fondo non sono deturpanti esteriormente, riguarda persone che hanno fatto del male in buona fede, mi spiego: per esempio, un leader come Che Guevara, che aveva carisma, trascinava e convinceva la sua gente, era convinto che le sue idee e i suoi valori fossero talmente validi per il suo popolo da morire per essi; anche se ha fatto violenze, assumendo atteggiamenti aggressivi e ostili, in realtà era un buono che voleva aiutare la sua gente sofferente.
Invece un dittatore, come Hitler, Stalin o altri, ha imposto ai popoli che sottometteva con la violenza una egemonia terribile e crudele, testimonianza di una coscienza malvagia, tale da provocare infiniti dolori, sofferenze inaudite fisiche e morali disumane.
Gli esempi del Che e degli altri dittatori sono totalmente opposti e diversi: il Che ha usato per raggiungere i suoi scopi gli strumenti che aveva a disposizione con la coscienza del momento e più di quello non poteva fare, ma con spontanea immediatezza e buona fede e una carica di forte idealismo (lasciamo da parte il giudizio politico). Il dittatore, no, la sofferenza che provocava agli altri, ai milioni di persone nasceva da un proposito deliberato (anche lui strumento di Karma) sostenuto da una cultura, da una concezione di vita molto particolari, discutibili ma dagli effetti concreti disastrosi.
Di conseguenza i grossi cancri devastanti che non si spiegano o il fatto che bambini malati di cancro muoiano immediatamente senza speranza di guarigione o di cura, sono effetti che colpiscono anime, alle quali è quasi impedito il processo di reincarnazione per le loro male azioni; tuttavia è loro consentito di scendere sul piano fisico ma per provare sofferenza, non è loro data la possibilità di andare oltre, se non subiscono prima gli effetti di quanto loro hanno creato agli altri.
Questo tipo di incarnazione è piuttosto anomalo, cioè io vi ho detto che queste anime crudeli subiscono un ritardo nella reincarnazione dovuto al fatto che devono sopportare dei lunghi e duri processi di purificazione nel Kamaloca, però dopo un certo periodo di tempo hanno comunque diritto di ritornare in terra e di sperimentare il minimo indispensabile di una reincarnazione.
Allora, il “guadagno” per loro sta nella grossa sofferenza che provano nell’accettare un’incarnazione “finta” e “incompleta” dove non è loro permesso di spaziare a 360 gradi e nel portare le persone vicine (genitori, familiari in genere) ad elevarsi spiritualmente, per esempio, tramite il dolore di perdere un figlio piccolo, quando si tratta di bambini implicati in questi pesanti pagamenti karmici.
Per l’anima che si reincarna è un assaporare la vita, è vedere il dolce, prenderne con il cucchiaino una parte e non poterlo mettere in bocca, è un contatto sfiorato con la realtà, perché sono stati individui che in vite passate hanno causato grossi guai al prossimo.
La sofferenza peggiore, la limitazione più pesante dello sfiorare la vita, è scendere sulla terra con pesanti limitazioni fisiche o mentali: è il loro pagamento verso il prossimo, verso la comunità che hanno offeso e pesantemente condizionato.
Scendono in terra con le ali tarpate, loro che hanno guidato popoli interi e hanno usato il potere a scopo personale.
Infatti, la società in cui si inseriscono, non dà loro la possibilità di emergere; difficilmente un individuo con grossi handicap riesce ad emergere come leader, a guidare grosse masse e da questa impossibilità deriva la più atroce sofferenza.
Come nel caso, per esempio, di un mostro magari molto intelligente che non potrà mai esporsi e farsi vedere; questa condizione è per lui un grosso pagamento, è come dire: - Io conosco le grosse potenzialità umane, ho l’intelligenza e la capacità di fare certe cose, ma non potrò mai farle, perché non mi è concesso, la gente non mi accetta.
Così è anche per il nano che è tollerato dalla società quasi sempre in ruoli, come attore di circo, in cui è esposto alla derisione, al dileggio e alle offese più toccanti. Eppure questa è stata gente grande, ridotta però a quelle condizioni per un duro pagamento karmico.
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