sabato, febbraio 09, 2008

[Da:"A Lezione da Stewo"] CAP.IX La Scienza e la Tecnica

CAPITOLO IX

La scienza e la tecnica:
progetto Genoma, clonazione, fecondazione artificiale

Siamo continuamente tempestati da notizie trasmesse dai mass-media sui continui meravigliosi progressi della scienza e della tecnica: ciò crea nell’animo di tutti la convinzione che all’uomo col tempo sia permesso tutto, anche la creazione della vita, l’antico sogno dei maghi e alchimisti medioevali e l’aspirazione più ambiziosa degli scienziati di ora.
Manipolazioni genetiche ed esperimenti più spinti danno risultati che sanno di fantascienza; ma non si rischia di perdere il senso della misura morale, il freno all’ambizione più sconvolgente che porta all’alienazione totale? Come deve reagire la coscienza umana non annebbiata da sogni, che non si potranno mai realizzare?

Coord.: Parlaci dei limiti della scienza e della tecnica.

Stewo: La ricerca scientifica non deve avere confini o limitazioni, l’intelletto umano si cimenterà sempre nello scoprire i misteri della natura, ma la tecnica deve assoggettarsi a regole dettate dalla sana coscienza umana.
Applicare le invenzioni tecniche eccezionali alla vita dell’uomo del 2000, senza leggi capaci di disciplinarne la sperimentazione, significherebbe fare passi da giganti verso l’autodistruzione, perché è insaziabile l’ambizione umana, nel senso che il piccolo uomo vuole avvicinarsi il più possibile alla perfezione divina, generando e rigenerando la vita ma spesso soffocandola. E’ l’eterna battaglia combattuta dall’uomo per conservare l’eterna giovinezza, eliminando il dolore e superando la morte.
Siccome la capacità creativa umana va sempre più sviluppandosi, specie nella invenzione di mezzi terapeutici atti a limitare al massimo gli effetti di malattie genetiche, è lecito domandarsi dove arriverà l’ambizione umana, tesa ad imitazione di Dio, tramite la sperimentazione, che è come il motore per una rapida progressione nei risultati.
E’ comprensibile l’eterna smania degli scienziati di voler raggiungere la perfezione in tutti i campi, specie nella cura della salute e della bellezza e nell’eliminazione del diverso, ma non è giusto arrivare all’alienazione e alla creazione di tutti esseri uguali e perfetti, alla automazione. Questa mira è assurda e inconcepibile, perché la perfezione di un corpo è frutto di una maturazione individuale attraverso le vite e le esperienze, che vanno vissute tutte, prima di raggiungere una condizione armonica senza sofferenze, senza malattie e morte.
In realtà gli scienziati non vogliono sostituirsi a Dio, ma si arrogano quasi il diritto di ricercare il modo di rendere la vita fisica eterna o più lunga possibile. La battaglia per la soluzione del problema vita eterna ha radici molto profonde: una via, la più rudimentale, è quella di riprodurre cellule geneticamente sane, per creare tessuti e organi nuovi da sostituire a quelli usurati o malati.
Ciò vuol dire produrre, attraverso manipolazioni genetiche e colture biologiche, esseri perfetti, umanoidi allevati in batteria, capaci di dare pezzi di ricambio, privi di coscienza e intesi solo alla riproduzione di organi; questa è la via peggiore per la risoluzione del problema e non avrà mai successo.
Il grande intervento dello scienziato-artista è quello della totale riproduzione del DNA per la realizzazione del progetto, tanto criticato, Genoma; questo mira alla riproduzione intera del DNA umano al solo fine di curare le malattie e non alla creazione di individui perfetti (questa comunicazione è stata fatta da Stewo 15 gg. prima dell’annuncio ufficiale dato dai mass-media della realizzazione del progetto Genoma il 5.4.2000).
Quindi, tutti i tentativi fatti precedentemente o che si faranno al di fuori di esso sono destinati al fallimento, perché sono pura aberrazione e fantascienza e incontreranno sempre grandi ostacoli suscitati dalle forze benefiche, che considerano la vita, il benessere e l’assenza di malattia come manifestazioni di pura energia che si attinge da un’unica fonte di ”magma energetico” mondiale che ci circonda, già dalle profondità terrestri, formata dalla energia di tutti gli esseri umani con il loro vissuto, con la loro coscienza, con le loro sofferenze e con le loro gioie.
Parlare di umanoidi è quasi impossibile, perché significherebbe l’assenza di storia e riconoscere che tutto il resto non ha senso, tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora; significherebbe immaginare celle frigorifere nella quali siano stipati corpi umani senza coscienza, come nei film di fantascienza; non è questo il progetto mondiale del Dio vivente che si realizzerà nel tempo.
I cambiamenti attorno all’uomo saranno tanti e tali da non avere paragoni visibili in questo momento e da permettere il completamento e il raggiungimento di questo progetto di energia totale, di assenza di malattie, di bellezza, di consapevolezza, di creatività. La massa degli uomini beneficerà di questi aspetti positivi ma dovrà prepararsi ad affrontare forze malvagie potenti, di cui ci sono già manifestazioni: si stanno reincarnando tante anime basse.

Coord.: Allora, quando si parla di clonazione umana, cosa dobbiamo pensare?
Stewo: Dovete pensare che le potenzialità per realizzarla ci sono tutte, ma che non ci si arriverà mai, perché ci sarà sempre qualcosa che non quadra; gli scienziati tenteranno, ma saranno grossi esperimenti fallimentari, in quanto il risultato sarà soltanto una scatola vuota, l’anima non si clona. Riusciranno a riprodurre tessuti e organi, ma quando si tratterà di assemblare il cervello, è lì che qualcosa non funzionerà mai.
Il cervello è l’organo che permette di esprimere tutto ciò che un uomo ha conquistato nelle vite in fatto di pensieri e coscienza e che attiva tutte le capacità e le attitudini fisiche e psichiche, cioè il contenuto profondo del vissuto di un’anima e quindi non si può duplicare.
Si riuscirà a riprodurre organi e tessuti, ma mai un essere umano nella sua realtà fisico-spirituale. Esso è il frutto in un preciso tempo e spazio, di una unione cellulare avvenuta, checché se ne dica, per un sentimento di amore per la vita o con l’atto sessuale o con l’inseminazione artificiale.
L’individuo, quando nasce, è unico e irripetibile, viene in vita in quel momento, con il suo ricco bagaglio di esperienze e di conoscenza, di sentimenti pensieri ed emozioni, perché così doveva essere, come era prestabilito dalla legge del karma e non è una semplice unione tecnica di cellule avvenuta in laboratorio.

…….. e della fecondazione artificiale?

Dal punto di vista esoterico, vi dovete abituare all’idea che nelle reincarnazioni future si andrà sempre avanti con procedimenti diversi, non sarà lo stesso mondo di ora, cambieranno molte cose; i processi di reincarnazione prevedono anche la fecondazione artificiale.
Gli individui nascono dall’unione uomo-donna per una scelta karmica di reincarnazione. Generalmente padre e madre futuri sono d’accordo nel concepire un figlio sulla base di una armonia di sentimenti, pensieri ed emozioni.
Successivamente però, può accadere che il padre ritorni sulla sua intenzione, non sia più convinto della sua decisione di volere quel figlio; questo comunque per karma deve scendere in vita. In questo caso la fecondazione artificiale risolve il problema.
Perché ora si pratica questa tecnica così avanzata e non si praticava prima, vi domanderete.
Questo ritardo non è dovuto al fatto che la scienza è andata molto avanti, ma perché è una esigenza attuale nata dalla circostanza sempre più frequente che alcuni genitori-padri si tirano indietro in un momento successivo alla decisione; non se la sentono, magari in seguito ad analoghe esperienze, di affrontare di nuovo la generazione di un figlio e preferiscono rinunciarci.
In questo caso il figlio che i genitori hanno scelto, sarebbe “orfano” di padre.
Nasce quindi questo problema: il padre in terra è un padre che non vuole o non può generare, ma il figlio deve nascere comunque, è scritto karmicamente, diventa, quindi, figlio a metà, perché l’impegno della procreazione è diviso fra il padre fisico, che gli darà l’origine genetica, il seme e l’altro, che in realtà lo ha attirato “spiritualmente”. Potrebbe essere il caso di una persona che abbia problemi di malattie ereditarie e non voglia rivivere l’esperienza della menomazione fisica, allora l’unica soluzione è l’inseminazione artificiale.
In questa situazione ci sono tutti gli elementi, a parte la madre: il padre “spirituale” (che lo ha attirato), il padre fisico, che ha solo prestato il seme e che assume le vesti di colui che si presta ad una “finzione”, perché il padre vero è quello che si prende la responsabilità fisica e morale di crescerlo; infatti, dare solo il seme, è come dare una presunta idoneità psicofisica, tutto il resto non c’è, è solo una convenzione, una scatola vuota ben confezionata.
Come si mettono le cose, cioè quali rapporti si generano nella vita successiva, vi domanderete.
Ebbene, questa situazione di mancata paternità fisica per motivi seri, in una incarnazione successiva si può rivedere: il padre che ha superato la malattia può ridiventare padre a tutti gli effetti, il padre che ha dato il seme stabilirà un bellissimo rapporto sia con il figlio che ha lui generato che con il padre mancato, diventando più di un fratello, più di un amico, come un figlio adottivo. Diventa una unione karmica forte in cui uno è dipendente dall’altro ed entrambi decidono di rincontrarsi in questo modo.
Il figlio forse è il meno forte e decide di essere figlio. Si crea un intreccio di rapporti molto belli e interessanti.
Una signora presente nel gruppo ha per molti anni usato ogni tecnica, compresa l’inseminazione artificiale, per ottenere una gravidanza, senza la quale all’inizio la sua vita non le sembrava completa.
Il bimbo non le è arrivato, ma lei si è trasformata in madre verso tanti altri bambini di parenti, di amici, ai primi anni di vita, soddisfacendo in parte il suo desiderio di maternità.
Toccato questo argomento da Stewo, la signora ha immediatamente fatto una domanda pertinente al suo caso: perché, pur desiderando fortemente una gravidanza, questa viene a mancare?
Stewo: Questa esperienza di mancata maternità è stata decisa da te prima che ti reincarnassi; ti trovavi di fronte ad un bivio: vivere questa esperienza di sofferenza morale, che ti ha fatto capire il vero significato della maternità, perché non è madre solo chi dà alla luce un bimbo, ma chi si assume le responsabilità della sua crescita con tutto ciò che comporta oppure affrontare una malattia di fronte alla quale non ti sentivi abbastanza forte.
In questo ultimo caso avresti sofferto fisicamente e moralmente, perché non saresti stata all’altezza di crescere normalmente un figlio.
Quindi, c’è sotto un compromesso: hai preferito scegliere la sofferenza morale piuttosto che quella fisica. Nella successiva reincarnazione sicuramente la sofferenza patita in questa vita diventerà per te una forma di riscossione karmica, ti si tradurrà in piena e libera disponibilità all’esperienza cosciente di maternità o paternità.

Nessun commento: