martedì, maggio 05, 2009

TU SEI UN UOMO DI FEDE

UOMO DI FEDE

La frase: - Tu sei un uomo di fede- fino a qualche tempo fa, se era rivolta a me, mi dava veramente fastidio nel senso che mi faceva sentire persona legata ad una confessione religiosa cioè ad un credo religioso: cattolico, buddista, musulmano, taoista ecc.. quindi, a mio giudizio, etichettato, non libero indipendente e autonomo culturalmente e spiritualmente come in realtà io sono.

Ora invece, dopo tante esperienze, studi e scambi di conoscenze, ho cambiato totalmente opinione e comprendo a fondo il significato impersonale, incondizionato e universale di tale frase, che corrisponde ad una esperienza profonda e unica tale da cambiare il tipo di rapporto con la vita interiore ed esteriore. Mi spiego; innanzitutto è bene chiarire che cosa intendo per la parola fede: un’adesione, un’accettazione, un consenso interiore incondizionato ad un’idea, ad un fatto, ad una verità e ad un’esperienza che non si riesce a spiegare completamente con ragionamenti o dimostrazioni razionali, quando si tenta di trasmetterla a parole, per esempio, l’idea della reincarnazione e del karma; è molto facile, quindi, incontrare persone che non si convincono di ciò che sentono dire da me o da altri o arrivano solo ad un certo punto (ciò dipende da mancanza di esperienza e di conoscenza) perdendo l’effetto più importante di quell’idea, verità, fatto o esperienza ascoltata che può realmente spiegare molti misteri o cose incomprensibili apparentemente della propria vita ad un primo approccio.

Non mi riferisco solo alla fede religiosa, molto importante, (altrimenti si entrerebbe in un campo diverso da quello in cui chiunque può, se vuole, entrare per approfondire e per sperimentare liberamente le sue verità, le sue convinzioni senza essere condizionato da autorità o insegnamenti obbligati, come impongono certe dottrine) ma a quella energia, a quella forza commista di calore, convinzione, partecipazione insieme di ragione e di sentimento del tutto personali, legate cioè al vissuto di una persona che è pronta a fondare la sua concezione di vita, la sua sicurezza interiore e la sua ricerca di autorealizzazione su una verità o idea espressa in un qualsiasi campo: scientifico, religioso, filosofico esoterico, purché accenda nel suo cuore e nella sua mente il giusto entusiasmo, la positiva spinta a vivere con convinzione e speranza anche un’esistenza difficile e piena di sofferenze e delusioni.

Mentre scrivo mi ritorna alla mente una conversazione che ebbi con una collega, Daniela, insegnante di filosofia, circa una ventina di anni fa quando perdette un figlio poco più che ventenne per suicidio. Mi disse:- Beato te, che credi, che hai fede in ciò che mi dici!! Io le descrivevo con grande convinzione e persuasione tutte le mie conoscenze sulle esperienze che un trapassato affronta dopo aver lasciato il corpo fisico; io allora le conoscevo per studio e per averne sentito parlare da persone dotate di certe facoltà sensitive, ma avvertivo che erano vere, ora ne ho verifiche e conferme, (dopo aver contattato direttamente una sensitiva sicura, perché testata sulla sua veridicità), da un mio fratello trapassato ( in questo blog, nel testo “A Lezione da Stewo” sono narrati i risultati di questi contatti).

Io ho molto riflettuto sul perché la mia collega mi ha detto quella frase; ecco, io credo fermamente a quello che ho studiato e conquistato con la mia esperienza, per esempio, sullo stato in cui un’anima si trova nell’aldilà dopo il trapasso e oltre, divenuto ormai patrimonio comune di conoscenza che chiunque voglia conoscere può trovare in diverse fonti: testi seri di esoterici seri, internet e altre fonti; in più io lo compenetro di sentimento, cioè fondo con notevole convinzione e calore conoscenza intellettuale e sentimento, mente e cuore, a tal punto che vivo la conoscenza tutta non come un bagaglio culturale e intellettuale, freddo e distaccato ma con adesione totale cioè con fede, la vivo come esperienza diretta. Tale comportamento mi dà profonde certezze e incrollabili sicurezze.

Tengo a precisare che non è una forma sottile di suggestione, un voler a tutti i costi vedere in quell’unico senso, no, perché io metto sempre in gioco le mie convinzioni e le confronto sempre in ogni occasione con quelle degli altri e, se risultano veritiere nel senso che c’è almeno un punto di contatto, io le accetto con fede profonda mettendole nel mio bagaglio di conoscenze spirituali come un normale ricercatore o studioso.

Per far capire meglio porto quest’esempio: vi siete mai commossi sentendo o vedendo al cinema certe esperienze raccontate dai protagonisti, avventurieri, scienziati biologi, etologi, medici senza frontiere, reporter o altri? Se vi compenetrate nei loro racconti, avvertite commozione e coraggio, sforzo di conoscenza e fede nelle loro idee e capacità; alla domanda: - Ci credi a quello che raccontano? – non puoi dire di no, ti hanno convinto non solo con le parole o i gesti ma con qualcosa che supera la comunicazione diretta, la spiegazione razionale, scientifica… Bene, la stessa esperienza la dovrebbe far vivere l’uomo di fede quando esprime le sue idee, frutto dei suoi sforzi, ricerche e studi.

In questo momento storico, è mia ferma convinzione, è molto importante e direi indispensabile per raggiungere un sereno equilibrio dinamico, credere fermamente, avere fede incrollabile in qualcosa; infatti, non è sufficiente avere un bagaglio di conoscenze anche estese in un campo, se non compenetrate di sentimenti.

Conosco molte persone pozzi di sapere, di conoscenze specifiche e oltre ma non uomini o donne di fede, in quanto non vivono come esperienza anche di cuore, di sentimento ciò che sanno.

Hanno una memoria formidabile di tutto ciò che leggono e conservano nella loro mente, nel loro cervello uno spaventoso bagaglio di conoscenze, di informazioni, di nozioni che ne fanno alla fine dei semi robot, nel senso che in ogni situazione della vita quotidiana sanno ciò che dovrebbero fare per sé e per gli altri e spesso si illudono di averlo fatto solo pensandolo, ma non ottengono quasi nulla per la loro crescita spirituale, perché non hanno quella spontanea semplicità e calore che si esprimono, quando nei cuori vive un profondo sentimento di accettazione, in un atto solidale di aiuto convinto, di partecipazione anche con il solo sguardo o una parola o una semplice azione; ma soprattutto non hanno quella serena armonia con se stesse in quanto il loro essere è diviso in due: l’Io conoscente, che può crescere all’infinito e l’Io agente che è condizionato da istinti, impulsi, reazioni consce ed inconsce che spingono a compiere azioni e ad esprimere giudizi molto personali spesso inquinati dalle forze del doppio (le forze dell’ostacolo; egoismo, falso altruismo, incomprensione, intolleranza e rabbia, paura ecc….) se non ci si lavora seriamente ed umilmente per trasformarle in pregi.

Quindi, occorre capire che è necessario fare uno sforzo di volontà per accendere nel nostro cuore una scintilla, quella scintilla che piano piano diventerà sempre più forte e luminosa, calda tale da bruciare dentro di noi tutte le scorie e illuminare le oscurità della nostra mente e della nostra psiche. Infatti, dobbiamo fare come una opera di purificazione dal momento in cui accettiamo totalmente noi stessi.

Il primo atto veramente importante necessario alla nostra “resurrezione” è quello di avere fede non solo in qualcosa al di fuori di noi (come spesso avviene nei seguaci di certe dottrine religiose) ma in ciò che vive dentro di noi, è qualcosa di sacro e inviolabile e indistruttibile, vita della nostra vita, ciò che ci caratterizza come esseri unici eterni e irripetibili: la nostra anima e il nostro Sé superiore che ci permettono di essere ciò che siamo, un insieme di pregi e difetti ma vivi e creativi e suscettibili di trasformazione e divenire.

Voglio ripetere all’infinito che dobbiamo avere fede, fiducia, stima e rispetto per ciò che siamo ed esprimiamo.

Mi viene di affermare molto spesso fra me e me quanto siamo ciechi specie nella valutazione e quindi nei giudizi su noi stessi perché non riconosciamo le qualità positive e i pregi che nascondiamo dentro di noi e che sottovalutiamo spesso perché non ne siamo consapevoli: ad esempio, la sensibilità, l’intuito, la capacità di capire e collegare pensieri, osservazioni e sentimenti, l’organizzazione, lo spirito di adattamento, la creatività, la capacità di vivere nelle difficoltà, l’elenco potrebbe continuare per le qualità e facoltà non quantificabili materialmente; ci dovremmo domandare:- Da quante vite abbiamo pensato, sentito e agito per avere come parte attiva del nostro essere tali aspetti e ricchezze? La risposta: -Vite e vite sono servite per costruire la nostra interiorità.

E per il nostro corpo fisico, il tempio in cui vive la nostra anima e il nostro spirito? Quante vite ci sono volute per modellare la nostra figura fisica: il volto, il torace, l’addome, i glutei e le membra, nella loro efficienza vitale e nella loro armonia di forme e di movimenti?

Parecchie persone non apprezzano il proprio corpo perché non rientra, secondo loro, nei canoni espressi nella nostra società dai mass-media a fini di lucro; quanti interessi economici si muovono dietro la cultura del nostro corpo? Basti vedere la pubblicità dei media per rendercene conto.

Quindi, il primo passo per l’accettazione e l’apprezzamento di sé specie nel corpo fisico, è riconoscere in esso non solo i difetti (perché considerarli tali?) ma soprattutto le caratteristiche più personali, i pregi, che sfuggono alla critica e all’analisi e che danno sicurezze e certezze e di lì salire pian piano al riconoscimento e alla stima di tutte le qualità e facoltà psicofisicomentali presenti nell’individuo.

Non è concepibile che un lavoro, spesso inconscio, di vite e vite di sforzi, sacrifici, notevoli esperienze, emozioni, sentimenti e pensieri che hanno lasciato le loro tracce nel nostro karma interiore, il contenuto del nostro essere spirituale ed esteriore cioè anche nella figura fisica, venga svalutato e non apprezzato perché, magari, guardandoci allo specchio, notiamo qualche imperfezione o difetto che ci fa temere la critica delle persone intorno.

Ma chi lo stabilisce? Quale autorevole giuria può stabilire che il naso deve essere lungo tanto, che le cosce femminili o i glutei debbano essere slanciati, che il seno non debba superare una certa misura di reggiseno e che l’addome maschile o femminile non debba essere prominente? Se si facesse un giro nelle diverse culture della terra, decisamente i giudizi, specie sulle forme umane, cambierebbero di molto.

Sta di fatto però che diverse persone, piene di stima e apprezzamento per sé, corpo e spirito, anche con difetti e addirittura con handicap, sono riuscite ad esprimere pienamente se stesse con successo, perché hanno dato soprattutto importanza all’essenza e non all’apparenza.

Quindi, la fiducia in sé e l’adesione convinta a ciò in cui crediamo (fede) superano definitivamente il senso di separatività nella nostra mente umana, perché il cuore bene ascoltato non crea divisioni o separatività.

Il dolore e la rabbia, l’odio, l’astio e il risentimento nascono dall’esperienza di separatività, così come i desideri condizionanti ed eccessivi che causano sofferenze, delusioni e insoddisfazioni.

L’esperienza di fede, intesa come sopra, è come uno stato di “grazia” in cui ogni differenza e separatività, dualismo e critica, classificazione e distinzione è completamente scomparsa (se ne parla anche in altre dottrine e cammini di crescita spirituale), naturalmente non è uno stato di essere continuo, magari, altrimenti saremmo in una dimensione superiore, ma si può provare quando la mente tace e il cuore si espande senza limiti fondendosi nell’energia cosmica.

Attenzione!! Tali parole potrebbero creare un senso di irrangiungibilità, non è vero! Basta provare una sensazione di rilassamento psicofisico e spirituale e lasciarsi andare ma con la coscienza sveglia, non con la mente ma con la luce della coscienza che tutto pervade e assorbe.

In tale stato, ho sperimentato molte volte, si accende come una visione diversa delle cose: tutto ciò che accade nella nostra esistenza assume un significato più reale e obiettivo, più aderente ai fatti, alle persone e alle situazioni. Si pensa: - Quel che mi è dato di vivere, è l’occasione che cercavo per raggiungere quell’obiettivo; la mia vita ora è una continua offerta di occasioni per sperimentarmi, per crescere, per trasformarmi, per raggiungere e soddisfare tutte le mie più profonde aspirazioni e desideri!

Se diventi, inizialmente con sforzo, uomo o donna di fede, sarai diverso/a perché non avrai più dubbi esistenziali sul significato della vita, sul meccanismo e sulle leggi che la regolano (karma e reincarnazione) e potrai intervenire nelle situazioni tue e degli altri, anche le più difficili, con notevoli risorse psicospirituali e fisiche.

Non sono soltanto parole di convenienza, simili a tante che si leggono in altri libri, ma se sperimentate e vissute giustamente, portano i loro effetti sicuri rendendoti persona eccezionale, preziosa per i suoi consigli e amabile. Ti si trasforma anche il modo di valutare persone e situazioni; ad esempio, l’ultima catastrofe sismica di Abruzzo, a parte l’aspetto umano reale e concreto, presenta dal punto di vista spirituale un quadro molto positivo in termini di crescita evolutiva (non sono il solo ad averlo riconosciuto ma chi conosce la legge del karma ci arriva subito): è sicuramente la conclusione di situazioni karmiche antiche e pesanti riguardanti il popolo che abita quella regione, in generale, mentre in particolare ogni persona scampata o deceduta ha pagato o riscosso dal suo karma ciò che le spettava: ricordo che la legge del Karma è impersonale ma inflessibile; anche quelli che si sentono spinti, e sono molti, ad aiutare obbediscono ad impulsi karmici personali ottemperando a precisi doveri interiori, spesso inconsci.

L’aspetto estremamente nuovo e positivo è la gara di solidarietà, di aiuto, di soccorso e di amore del paese tutto e del mondo che attiva le energie di amore universali di cui abbiamo tutti un grande bisogno in questo periodo storico.

Quindi, la frase: Sei un uomo di fede, diviene la realizzazione di uno stato di essere molto elevato spiritualmente e, se vissuta e sperimentata, dà veramente un senso nuovo reale e vivo alla vita di una persona.