domenica, ottobre 01, 2006

CAP.1 [A lezione da Stewo] Condizione dell'Anima dopo il Trapasso

CAPITOLO I

Condizione dell’Anima dopo il Trapasso


Dopo il trapasso di Stewo a tutti i suoi amici e allievi è venuta la forte curiosità di sapere come ci si trova nell’Aldilà, perché in vita aveva parlato diffusamente di tutti i processi che ogni essere umano deve vivere, prima nel luogo di purificazione o Kamaloka o Purgatorio, dal momento del trapasso e poi in altre regioni del mondo spirituale.
Le sue risposte sono una conferma della realtà e della fondatezza di queste verità.

Coordinatore: E’ vero che al momento del trapasso l’anima è accolta da chi l’ha preceduta nell’Aldilà?

Stewo: Nel momento del trapasso chi ci ha preceduto e ci ha voluto bene, è lì, che ci attende.
Io li ho visti tutti: fratello, genitori, parenti, amici, discepoli ecc…; è tutta una festa, è come se si festeggiasse il ritorno di una persona cara da un lungo e faticoso viaggio. Tutti sono lì che attendono, non hanno altro da fare, salvo quelle anime che hanno precisi compiti da svolgere.
(come Stewo, dice Laura, che non si annoia mai, anzi è più impegnato ora che in vita, sembra che non abbia tempo sufficiente per svolgere tutti i suoi compiti, come diceva spesso in vita).

Coord.: Cosa succede all’arrivo di un’anima nell’aldilà?

Stewo:
Nel momento del trapasso vediamo tutta la nostra vita come in un lungo film, come se tutti gli eventi, i fatti e le situazioni vissute si ripresentassero a noi riassunte in pochi flash, i più importanti; potrei dire di avere visto 10 quadri della mia vita per averla riassunta tutta, i più significativi. Alla fine di questa visione sintetica, si presenta una splendida luce, immensa e abbagliante, poi inizia il cammino.
Ma non è per tutti uguale l’esperienza della vita passata. Quello che eri in vita e quello che hai fatto, specie negli ultimi tempi, significa molto.
I flash, i quadri mentali e le immagini che tu vedi al momento del trapasso, sono più o meno belli e piacevoli o pesanti e paurosi, a seconda della situazione morale e materiale che hai lasciato in vita negli ultimi tempi.
Una condizione di pace, serenità e armonia terrene ti dà un’immagine bella dell’aldilà e ti predispone ad un cammino altrettanto sereno e armonico in atmosfere belle, leggere e facili.

Laura dice che Stewo le fa vedere alcune anime che arrancano in terreni ciottolosi e deserti, a testimonianza delle difficoltà che queste devono superare per la loro maturazione spirituale, è come se subissero una vera e propria fatica fisica e morale, è un cammino duro e più lungo, ciò significa che in vita hanno lavorato poco al miglioramento di se stessi.

Coord.: Questo stato di sofferenza influenzerà la nuova reincarnazione?

Stewo:
Sì, infatti durante il periodo precedente alla reincarnazione si gestiscono gli effetti di vite precedenti e si gettano le basi per il cammino nella vita successiva, si capiscono gli errori e si cerca di ripararli con strategie appropriate.
Se, per esempio, un individuo ha fatto delle scelte o dei compromessi e non li ha mantenuti o realizzati in una vita (si cozza sempre sugli stessi errori, non facili da superare), allora dovrà lavorare nell’aldilà su quanto non ha risolto e compreso nell’ultima vita, aiutato da spiriti saggi e buoni, ben disposti a guidarlo e illuminarlo.
Gli effetti di questo lavoro, prima di reincarnarsi, si imprimono nel profondo della coscienza di quell’individuo, nel suo DNA spirituale, e lo spingono a ricercare nella vita terrena situazioni, eventi e rapporti, come occasioni per riparare errori e riscuotere crediti karmici, per raggiungere certi risultati con lo scopo di valorizzare a pieno tutte le esperienze della propria esistenza, perché nulla va sprecato.
Ecco spiegato il perché molte persone ricercano quel tipo di conoscenza che stimoli la consapevolezza, per capire tutto di sé e per crearsi capacità, attitudini e qualità tali da permettere loro di trasformarsi per inconsciamente riparare e soddisfare le promesse non mantenute. Avvertono come degli istinti inizialmente, che poi possono trasformarsi in una ricerca cosciente di persone, di ambienti e di cultura idonei a trasmettere quel sapere adatto al loro scopo.
Frequentano questo o quel centro di cultura e di conoscenza, già da giovani, fino a quando non incontrano ciò che li soddisfa oppure possono ancora una volta rinunciare a lavorare su se stessi senza portare a termine il loro compito di vita.
Stewo ripete sempre: - Seguite i vostri istinti per trasformarvi, per migliorarvi, così facendo, pareggiate il vostro karma e gettate le basi per un radioso destino futuro!!


Coord: L’anima ha coscienza del nuovo stato di trapassato?

Stewo: Durante l’esperienza delle immagini o dei quadri astrali della propria vita nel processo di purificazione, si riprovano gli stati emozionali corrispondenti ma molto concentrati: gioia ed entusiasmo, senso di affermazione, di vittoria e di soddisfazione ma anche sofferenza e dolore, paure e fallimenti, frustrazioni e rimorsi. In breve in questi momenti (non rapportati al senso terreno del tempo) un’anima fa il computo della sua vita gettando il succo del suo vissuto sui piatti della bilancia (un’immagine che compare in molti testi sacri di diverse culture), lo strumento della giustizia divina.
Se è stata disonesta, se ne rende subito conto, perché in questa esperienza assume una coscienza autentica e obiettiva, perciò è incapace di barare e quindi si giudica da sola serenamente, senza la paura di dover nascondere i propri errori o difetti ad alcuno.
Senza voler troppo complicare la comprensione di questo processo, questa fase di sperimentazione, che non dura moltissimo, inizia già prima del distacco dal corpo, cioè della morte fisica, a livello incosciente. Poi al momento del decesso, il processo si intensifica e le immagini diventano sempre più chiare e nitide, si stacca l’anima dal corpo fisico.
Tutto avviene simultaneamente e in forma armonica.
Lasciato il corpo, l’anima si solleva e controlla tutta la situazione, gli stati emozionali che la legano ancora alla condizione di uomo in terra e come tale, vuole sapere chi piange e chi no, chi lascia in disperazione o consolato.

Coord.: Allora il trapassato partecipa al suo funerale?

Stewo: In alcune occasioni avviene la sua partecipazione. Nel momento del distacco dell’anima dal corpo e dell’inizio del cammino ultraterreno, alcuni si soffermano a riflettere e a vedere i propri cari, altri invece, hanno bisogno di recuperare il tempo perduto e filano via, senza soffermarsi.

Coord.: Tu hai partecipato?

Stewo: Sì, ho partecipato vivamente e ho percepito tutte le vostre emozioni, i sentimenti contrastanti di dolore per la mia perdita e di gioia per il mio “rimpatrio”.
In quel momento ho sentito quanto sono profondi autentici e duraturi i nostri legami, tutti vi ho visti e da quel momento, karma permettendo, io vi sono vicino, vi ascolto e vi guido.

Coord.: Perché alcune anime filano via senza soffermarsi?

Stewo: Meno si è stati di esempio in vita e più si è pensato e si è attaccati a valori e cose materiali, più l’anima deve correre per riguadagnare il tempo perduto rispetto all’evoluzione spirituale e per capire la nuova situazione, prima di reincarnarsi nella successiva esistenza.
Quel tipo di “anima materialista”, durante il funerale sta proprio male, sa perfettamente che le persone presenti recitano una farsa. In realtà sono quelle che lui ha incontrato nei suoi rapporti falsi e opportunistici. Non ha voglia di rivedere tutti i legami ipocriti e di convenienza intrecciati in vita e inizia la sua sofferenza allontanandosi piuttosto rapidamente.
Il funerale è generalmente un momento che si controlla sempre, è come la nascita.
Questa, quando si risperimenta in immagini, causa una forte emozione che rimane impressa in ogni anima cosciente: ripropone il legame con la vita, l’unione con la madre, la generazione dal padre, il concepimento, la nascita, il legame d’amore e il cammino con la propria compagna, la nascita di altri figli.
Tutte queste emozioni così intense si provano al momento del trapasso, un cuore umano non riuscirebbe a sostenerle tanto sono forti vive e coinvolgenti.
Questo momento racchiude tutto il senso della vita ed è talmente bello profondo e importante che incute spavento.
Stewo continua: - Ho sperimentato il momento preciso della nascita, l’ho rivissuto a lungo, dura molto, è entusiasmante e supera ogni comprensione umana; ti dà una emozione eterna in cui vita e morte si somigliano, si accavallano e racchiudono lo stesso segreto denso di commozione.

Coord.: E’ vero che al momento del decesso si muore e si nasce nello stesso tempo; che significa ciò?

Stewo: E’ in gioco la stessa profondità di sentimenti essenziali: è uno sconvolgimento molecolare fisico ed emotivo… si muore e si rinasce nello stesso tempo in nuove sensazioni ed emozioni d’anima, è quindi un momento forte bello e coinvolgente. La totale visione di questo processo si vive a livello emozionale con il cuore e con la mente ma in maniera molto intensa che umanamente non si sosterrebbe (neanche medianicamente, aggiunge Laura). E’ un momento di passaggio, dall’abbandono del corpo fisico, deceduto, all’inizio dei processi di purificazione e sigilla così la trasformazione e come ogni mutamento richiede impegno e coinvolgimento.

Coord.: Cosa sperimenta chi muore all’improvviso?

Stewo: Anche in caso di morte improvvisa il rimbalzo dall’altra parte è lento ma direttamente condizionato da ciò che si è fatto in vita, da come si è agito.
Più è elevato spiritualmente chi muore, più ha intrecciato rapporti in terra, più desidera soffermarsi al limite controllando le emozioni anche delle persone rimaste.
In questa fase di morte immediata ci si sofferma su questi momenti, perché si vivono in maniera specifica e determinata, si provano profonde emozioni e sentimenti.
Ma alcuni individui saltano questo passaggio. Se hanno avuto in vita comportamenti e atteggiamenti crudeli e malvagi, causa di sofferenze e di dolori agli altri, si trovano con un balzo rapido e violento nell’aldilà, sperimentando da subito stati d’animo ed emozioni forti brutte e orribili, effetto del loro vivere aggressivo prepotente e brutale.
Iniziano immediatamente i processi animici di purificazione in condizioni di sofferenza.

Coord: …e le persone decedute in seguito a catastrofi naturali: terremoti, inondazioni, epidemie, carestie ecc….?

Stewo: Come in un quadro esistono una o più figure principali e quelle di contorno, così per quanto riguarda la vita ci sono soggetti, simili a dei perni di varie grandezze e importanza ed elementi di “contorno”.
Le persone colpite da catastrofi sono anime giovani evolutivamente, accomunate da quel destino karmico che comunque, prima di scendere in terra, hanno accettato.
A voi in vita, un evento naturale può sembrare disastroso, in realtà per noi, esso è l’occasione collettiva per cui alcuni individui, anime giovani, si incontrano e sperimentano per karma la stessa esperienza di sofferenza e morte. Queste persone nel momento della morte vivono l’esperienza personale in modo molto limitato, ovattato rispetto a quello di un individuo che ha un cammino molto avanzato.
In queste morti “collettive” si vivono stati d’animo di gruppo, come se un grosso schermo fosse messo a disposizione di più persone dove assistere, in forma più blanda, meno coinvolgente, ai processi che seguono il decesso, provando uno stato emozionale “comunitario”, meno forte, più leggero emozionalmente parlando.
Quando invece si arriva a livelli evolutivi alti, in quei momenti del trapasso lo stato emozionale è intenso e il grado di coinvolgimento e di consapevolezza è diverso. L’anima “preziosa”, che ha camminato in vita con le sue forze, che si è avvicinata con volontà al Cristo-Luce, prova più dolore, più emozioni ma ha pure in sé più energie, come un alito di vita, che le fa vivere queste esperienze più intensamente e costruttivamente.
Il calore, l’energia viva, frutto delle sofferenze, delle lotte ideali vissute in terra, ti permettono di avvicinarti a questi processi con maggiore vigore.

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