mercoledì, settembre 05, 2007

[Da"A lezione da Stewo"] PARTE II, CAP1: una delle tante disumane esperienze di guerra

CAPITOLO I

Una delle tante disumane esperienze di guerra

La domanda è stata rivolta a Stewo quando era in corso la tremenda, crudele e disumana guerra nel Kossovo, che ha sicuramente messo in dubbio in buona parte dell’opinione pubblica mondiale l’esistenza di una giustizia divina e umana efficiente: cosa c’entrano i bambini, le donne e i vecchi indifesi nella lotta per il potere politico e militare? Eppure anche loro fanno parte di un popolo che ha un suo preciso destino, come tutti i popoli sulla terra.

Coord.: Qual è il fine ultimo di queste disumane esperienze di guerra?
Stewo: La popolazione terrestre è suddivisa in tantissimi popoli, ognuno dei quali ha un proprio destino, come ogni singolo uomo; è la legge del Karma che guida aggrega e ispira i suoi componenti.
Proprio a causa di questa legge alcuni popoli sono nati nel disfacimento morale e fisico e hanno come innata tendenza, la spinta verso il male, l’odio mortale di razza e di religione. Per loro non esiste la misericordia, il rispetto del più debole o del diverso oppure la ricerca del bene, dell’amore, in una parola la ricerca e l’esperienza del messaggio cristico.
Hanno come unico scopo di vita produrre e diffondere sofferenza e dolore, seminare morti e stragi; fra di essi ci sono anime tentate dalla volontà di dominare il mondo, destinate allo sterminio senza pietà dei loro simili e come tali saranno sempre implicate in destini comuni di sofferenza e di dolore, fino a quando non cambieranno questo loro malessere interiore in una apertura alla considerazione e al rispetto della dignità del diverso razziale, religioso e politico.
Il Karma ha posto questo popolo, come tanti altri che vivono simili situazioni di guerra, nella condizione di prendere coscienza attraverso gli orrori della guerra, di questi aspetti del male, che vive nelle loro menti e nei loro cuori e di capire che per cancellare questo male interno, occorre ripartire da zero, dalla consapevolezza della sofferenza, subita o provocata, per riguadagnare i valori della comprensione e dell’amore. Proprio nella guerra, nelle stragi, nelle violenze e nei soprusi la gente di questo paese è stata messa di fronte alla possibilità di ricominciare a scoprire e ad accettare tutti quei valori che si sommano nel bene.

Coord.: Come mai è stato il popolo serbo a scatenare la violenza nei riguardi di quelle popolazioni diverse per religione e cultura?
Stewo: Quando avvengono distruzioni di popoli, c’è dietro un disegno karmico, è relativo il ruolo di una persona o delle persone che generano la scintilla del conflitto, perché quelle esperienze di dolore e di morte comunque si sarebbero in qualche maniera consumate.
Umanamente si dà sempre colpa al capo che decide e che ha sempre le sue gravi responsabilità, di cui dovrà rendere conto nel suo karma personale, ma in ogni individuo di quel popolo c’è quel progetto, è come un seme o meglio come un gene del DNA fisico-spirituale.
Se uno potesse prenderli singolarmente e aprire loro la testa e analizzarli, nel profondo scoprirebbe che in tutti c’è quella tendenza, che per loro è ragione di vita, è la molla che li spinge verso le loro realizzazioni future. Quali? Vi domanderete, è facile intuirle.
E’ vero che c’è un capo o i capi, c’è una gerarchia politico-militare, ci sono tutte le condizioni per considerare quel popolo militarmente pronto, ma tutti, dico tutti, sono portatori di questo germe di violenza e di morte.
Poi, come stanno facendo adesso i governi e gli organi internazionali, se si cerca di ragionare per risolvere il conflitto e riportare a casa la popolazione in balia della guerra, è come parlare due lingue diverse e stare sul palcoscenico a recitare ognuno la sua parte, tenendo in testa, gli uni, il disegno di morte, gli altri, i loro scopi umanitari: questa è la realtà.
La dura considerazione da fare, forse non accettata da tutti, è che, se non avvengono queste atrocità e sofferenze, certe persone non crescono, non capiscono, non superano dentro di sé i germi di morte, di distruzione e di dolore.
Quando esteriormente avvengono questi eventi, è come se una parte malata di un organo venisse amputata e le si presentasse una nuova occasione per rinascere con valori nuovi universali: rispetto, comprensione, accettazione e amore e questa ricerca di pace universale, mondiale, dice Stewo sorridendo amaramente, sarà soddisfatta solo quando tutte le incarnazioni saranno arrivate allo stesso punto: riconoscere che il bene dell’altro è il proprio bene.
Parecchie persone che hanno perso in modo violento parenti, amici ecc.. si rifiuteranno anche con grossi risentimenti di accettare queste dure verità, le giudicheranno consolazioni ambigue di sapore pseudo religioso, ma la legge del Karma o della giustizia distributiva, è la legge che governa l’evoluzione, spesso indigesta ma sempre benefica, perché è a favore dell’uomo per la sua crescita, accettarla significa eliminare sofferenze e illusioni e aprirsi alla forza di perdono e di amore, non accettarla, alimentare odio, ribellione e vendetta.

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